venerdì 24 dicembre 2010

buon ingrasso

e possono mancare gli auguri di buon natale ai miei amici?
propongo un gioco cretino (potrebbe essere diversamente?).
mettete come commento il vostro peso di oggi.
poi al termine della maratona, ripostate il vostro peso.
così vediamo chi vince la medaglia del porco natalizio 2010.


(mi chiedevo, ma voi due ve lo ricordate ancora quel 24 dicembre di qualche anno fa?)

mercoledì 22 dicembre 2010

gimko biloba





...
è forse un essere vivente che s'è in se stesso separato?
oppure sono due che vogliono apparire come uno?
...
non senti forse dai miei canti che sono uno e insieme sono doppio?
(goethe)




cade tutto, tutto insieme, come le foglie di ginko biloba.

giovedì 16 dicembre 2010

colore n. 63 acapulco

trovo che il piacere di pittarsi le unghie in ufficio di nascosto abbia sempre un non so che di perverso.

lunedì 13 dicembre 2010

è tempo di presepi

(questo post è dedicato all'amico DDR (wiesler), che una volta ci confidò di amare molto i presepi).

mia madre ogni anno realizza dei presepi a dir poco straordinari.
ma sul capolavoro di quest'anno, ieri è passata la mano giustiziera del suo sacrilego terzo e penultimo genito (che poi sarebbe anche mio fratello) per rievocare un fatto narrato solo nel suo personale vangelo apocrifo, secondo il quale in quel tempo, a betlemme, nessuno gradì la mirra di baldassarre.
che serva da monito, il prossimo porti la birra.

sabato 11 dicembre 2010

pizza a casa con delitto

- mamma, stasera che siamo soli ci facciamo portare le pizze A DOMICIDIO?

forse devo smetterla di fargli vedere tutti quei thriller.
e comunque stasera sushi.

domenica 5 dicembre 2010

pulizie


paura
rabbia e contrizione
assenza
malinconia

indecenza e vergogna
sturm und drang.


inutili fardelli.
Scoparli via,
non è questa la soluzione?




venerdì 3 dicembre 2010

giovedì 2 dicembre 2010

si chiama pietro (2)


ieri mentre ero a menarmela tristemente alle stelline di milano e giocavo a morphing (un gioco che mi aveva suggerito involontariamente un caro amico, in pratica fisso la gente che mi passa davanti e mi immagino una certa "distorsione" del viso. furbo, vero?), mi è arrivata una telefonata inquietante, di quelle che mi fanno rimpiangere il maniaco ansimante:


- ciciolaaaa????


- ciao mà, dimmi.


- no, volevo dirti: ti avevo mica prestato quei piatti di cartone a forma di cuore che avevo montato su una scatola e tutt'attorno ci avevo attaccato colla còlla tutte le candeline per la festa del ragazzino dell'anno scorso? devo fare un lavoro e mi servono.


(una roba obbrobriosa, che mi vergognavo perfino di portarla all'oratorio di santa rosalia, l'avevo nascosta in casa e buttata nella rumenta qualche mese dopo sperando che lei non me la chiedesse indietro mai)


- sì, si erano sporcati, mà, e le candeline si erano rotte, li ho cacciati...


(voce tremante, in queste occasioni ho seriametne paura delle reazioni di mia madre)


- e certo. va beh, non importa, lllllascia ssssstare.


(pausa. ora mi deve punire chiedendomi la cosa che detesto di più quando sono in trasferta):


- e già che sei a milano, se non ti disturba troppo si intende, comprami un paio di biglietti della lotteria. ciao.




fine della comunicazione, (s)morphing.

martedì 30 novembre 2010

e ora dove mi trovo?


'stavolta sono un po' banale, vero?


vero.


ma quell'inseguimento finale di chitarre, lui da solo vale il rischio di sembrare un po' banale.


e poi ricordo e-s-a-t-t-a-m-e-n-t-e dove mi trovavo quella volta che l'ho ascoltata.


esattametne di fronte a questa finestra.


esattamente lì. 



?



giovedì 25 novembre 2010

da grande voglio fare la responsabile della comunicazione


ebbasta, oggi me l'avete sfrangiata come un tappeto!


citazione della responsabile della comunicazione di un'importante azienda italiana.


direi che il concetto di comunicazione, la signora, ce l'ha ben chiaro.


stima, troppa stima.




venerdì 19 novembre 2010

turbamenti


ieri il ragazzino era visibilmente offeso per l'affronto di aver ricevuto in faccia una maliziosa sventolata di culo dalla sua amichetta ludo.


naturalmente suo padre non si è lasciato scappare l'occasione per illuminarlo sul destino da maschio che l'aspetta a breve.


ma ancora lui non comprende, patatone della mamma.

mercoledì 17 novembre 2010

Lýðveldið Ísland

Lýðveldið Ísland

non ti piace il tempo che fa? aspetta un minuto.

(secondo me ha avuto solo culo a fare una foto così bella)


giovedì 11 novembre 2010

coop, dalla parte della tua vescica.


ieri alla coop dovevo fare tanta pipì, ma tanta.


entro, salgo le scale, ci sono due bagni, uno per disabili e uno normale.


trovo quello normale chiuso a chiave.


scendo le scale, vado al punto d'ascolto (che sa tanto di confessionale) e confesso che devo fare tanta pipì e ho bisogno delle chiavi.


le chiavi? non so se le abbiamo noi, forse deve andare a chiedere al casottino davanti alle casse. però prima provi queste.


prendo queste, salgo, provo, non si apre, riscendo.


le riporto al confessionale. attraverso tutta la coop per arrivare al baracchino.


no, non le abbiamo le chiavi ma dovrebbe essere aperto. no? allora provi alla cassa numero 3.


la cassa numero 3 sta lavorando al carrello di uno che in guerra deve aver patito tanta fame.


finisce il conto di 144 euro, chiedo le chiavi, non le ha, le aveva ma le ha date al baracchino, non sono al baracchino?


no, non sono al baracchino, cazzo, e io mi sto orinando addosso.


torno al baracchino zoppicando con le gambe incrociate, mi sembra più dignitoso e femminile che stringere tra le mani la patta dei jeans.


scusi le chiavi? ma secondo me è aperto, è sicura che non lo sia?


ritorno sacramentando verso il confessionale, salgo le scale, è ovviamente chiuso.
ma in quel momento ho un dubbio atroce.


abbasso la maniglia della porta a fianco (il bagno per disabili) che si apre.


che cos’è il genio? è fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità di esecuzione, diceva il melandri.


dote che evidentemente io non posseggo.


la coop sei tu, ma a pisciare te ne vai a casa tua.

martedì 9 novembre 2010

arrivi








anche oggi ho un hula hop alla testa.


sarà che in questo periodo sto pensando a troppe persone, troppe connessioni cerebrali per così pochi neuroni abulici.


che male.
in breve:


- è arrivato anche z. (c, sei stata brava!).


- ed è arrivata anche c. (w, com'è assistere alla creazione? so che non potrà arrivarti mai niente di me. lascia almeno che ti arrivi il mio pensiero, già che la testa duole).




lunedì 8 novembre 2010

N.

sorridi, bella.
e stringi forte il mondo in mano che tu oggi hai creato una vita.

venerdì 5 novembre 2010

il coraggio abita sempre il corpo più fragile. o qualcosa del genere.
mi piace questa frase.
infatti non è mia. la scrisse una volta il mio omonimo lasedia a lattepiù.

mercoledì 3 novembre 2010


un pomeriggio in villa, mentre i bambini scorrazzano dietro ad un pallone arriva la confidenza di una mamma con un velo di apprensione:


- vedi, a. non gioca mai a calcio. quando gli altri iniziano a giocare a calcio lui si mette in disparte a guardare, ma perchè secondo te?


lasedia "pisicologa" rassicura:


- ma scherzi? che problemi ti fai? non c'è nulla di anormale! per un maschietto giocare a calcio non è mica un imperativo categorico. uno dei miei fratelli per esempio l'ha sempre odiato, fin da piccolo, penso che non abbia mai tirato un calcio ad un pallone in tutta la sua vita!


- quale dei due? quello che a 52 anni spende un capitale per la raccolta delle carte magic e yugi-oh?


vetrinetta 2

nella foto:


il ragazzino che sbava di fronte ad una delle vetrine di giocattoli a casa dello zio.


(cit. della di lui moglie "sembra la casa di un pedofilo")

martedì 2 novembre 2010

stamattina l'autostrada è particolarmente accogliente quindi credo che mi tratterrò un'oretta in più del dovuto. (qualcuno falci le corde vocali alla manuela falcetti...). Sono pure in riserva.

venerdì 29 ottobre 2010

un week end lungo, un'ora in più di sonno...
sembrerebbe roba buona e invece ci stanno solo prendendo per il culo.
la verità è che il tempo ci sta scivolando via dalle dita sempre più velocemente. E noi ci affanniamo nell'attesa di un week end lungo o di un'ora in più di sonno.

martedì 26 ottobre 2010


amica con pensiero politico lievemente diverso dal mio, che sabato scorso ha mandato per la prima volta ai lupetti (agesci!) suo figlio, mi scrive allarmata su facebook:


- ..., ho letto il loro giornalino. ma non è che per caso gli scout sono un po' COMUNISTI?!?!?!? o sono solo NO-GLOBAL?!?


francamente non so se l'abbia chiesto a me come dire "tu che conosci bene gli scout" o "tu che conosci bene i COMUNISTI".


ma non è questo il punto.


il punto è che io seriamente volevo tranquillizzarla ma non ho potuto raccontarle una bugia perchè le voglio bene, nonostante le minchiate che molla in giro senza ritegno.


il mio ragazzino al campo scout ha vinto il "trofeo mangione".


ho saputo dopo che da bravo COMUNISTA in erba si era divorato per cena un fratellino.


Del nostro meglio!

giovedì 21 ottobre 2010

...e speriamo che mi capitino carte buone, a 'sto giro nutro qualche dubbio.

mercoledì 20 ottobre 2010

ho chiesto al capo il permesso di uscire per comprare 100 bic per quel mega successone di convegno che inizierà venerdì.
sono tornata dopo 20 minuti con un paio di stivali nuovi alti fino a sopra il ginocchio ma senza bic.
non è stato facile fargli credere che nel sacchettone 50x50 con scritto margot c'erano 100 bic.
e infatti non ci ha creduto.
ma almeno dopodomani andrò a prendermi palate di merda in faccia con un gran paio di stivaloni.
vado a cercare le penne.



martedì 19 ottobre 2010


oggi devo fare la dura con una tipa che ieri al telefono mi ha trattata come una merda.


ho iniziato il training stamattina in macchina durante una feroce lite (mentale) con la suddetta iena isterica.


avevo la risposta sempre pronta, una grande!


ora sono carica e incazzata al punto giusto. ma non me la sento.


so già che sotto incazzatura preparata ho la stessa credibilità di giuliano, il gigolo del gf che ha quella faccia che ispira sesso come uno dei tre porcellini.


 


vecchio lupo ti conosco, tu mi vuoi mangiare arrosto!

sabato 16 ottobre 2010

auguri, pà.


______________________________________________
combinazione oggi ero nella tua città natale.
e ho perso il treno delle 12.05 per tornare a casa.
e poi, come se non bastasse, sono salita su un treno sbagliato diretto a zurigo.
sai, si fa presto a confondere zurigo con genova.
ma tu mi hai mandato un tipo che me l'ha fatto notare.
e sono scesa prima che il treno sbagliato partisse.
che pistola.
c'è un cazzo da ridere, inizio a perdere troppi colpi, pà.

giovedì 14 ottobre 2010


una volta, anni fa - credo fosse il 2003 - mi trovavo a roma con il capo della società dove cazzeggiavo, per tentare di convincere il prof. bianchi a diventare nostro cliente.


fu un'attesa snervante di un'ora e mezza durante la quale mi dovetti sorbettare i soliti pippotti del capo.


certo non immaginavo che per una stranissima casualità in quel momento il prof. bianchi stesse bruciando con il laser l'angioma sul viso del mio omonimo lasedia.


l'angioma era come la sua ombra o come il passato, difficile da liberarsene.


lo vidi per un attimo di sfuggita quando uscì dall'ambulatorio. credo avesse sofferto molto.


l'unico particolare che riuscii a notare mentre lasciava lo studio di corsa fu che stringeva in mano un fermacapelli e immaginai che fosse di lattepiù.


quell'appuntamento fu per noi un fallimento: il prof. bianchi se lo aggiudicò la concorrenza locale.


meglio così, doveva essere un cliente troppo impegnativo per me.

cosa c'entra il toblerone? me lo sto mangiando per colazione.

martedì 12 ottobre 2010


ho appena tirato giù con la smart uno scooter che cadendo ne ha fatto cadere un altro che cadendo ne ha fatto cadere un altro.
il tutto davanti ad una platea di persone dentro all'autobus 18 che passava in quel momento.


mentre aspettavo che arrivasse il mio capo per aiutarmi a tirare su i tre scooter che porchi loro si trovavano nella mia traiettoria di posteggio, è passato un bimbo di sì e no 6 anni che diceva alla sua mamma: "guarda mamma, uno scemo ha fatto un bel guaio".


ora aspetto da un momeno all'altro la telefonata di uno dei tre al quale ho sfondato il parabrezza. speriamo solo che sia un brav'uomo.


questo per dire com'è facile iniziare una giornata di merda.

giovedì 7 ottobre 2010








stamattina notavo che il mio blog ha quasi due anni e tutt'ora chiunque mi conosca di persona non sa della sua esistenza. non che sia così fondamentale saperlo, intendiamoci.


io però preferisco mantenere questa regola, dato che la certezza di anonimato mi consente una certa libertà di pensiero, espressione e cazzonaggine. nel bene e nel male.


ovviamente ogni regola che si rispetti deve avere la sua eccezione.
nessuno sa del mio blog, tranne.


ecco, il lungo individuo di genere femminile seduto a fianco a me è appunto l'eccezione.
l'individua seduta a fianco a me prima o poi leggerà quanto sto scrivendo ora, esattamente come quelli che non mi conoscono di persona.


il fatto però che mi conosca rende un po' più difficile la cosa, perchè potrebbe essere ragionevole pensare che se considerassi l'individua una bieca pezza di merda come la ex-collega che nacque il mio stesso giorno, di sicuro non lo scriverei in questi termini. e allo stesso modo, se la considerassi un'ironica Benedizione piovuta casualmente dal cielo (o ancora meglio, una barzelletta del creatore) eviterei di dichiararlo pubblicamente per non passare da adulatrice leccaculo. quindi mi astengo dall'esprimere (ed esprimerle) qualunque tipo di sentimento lasciandola agonizzante nel dubbio, tanto so che non gliene potrebbe fregare di meno leggerlo qui.


mi concedo solo una piccola nota.


molto presto l'individua sarà in altre faccende affaccendata, per cui a partire da lunedì la sua postazione a fianco alla mia sarà vuota e così resterà per un po' di mesi.


porcaputtana!, è il mio egoistico primo commento (e non (solo) per motivi di lavoro).


ella in effetti mi mancherà.



teddybear LVtuttavia, la curiosità (e la gioia) di vederla affaccendarsi in quella faccenda è più forte del dispiacere di non averla in mezzo ai maroni per qualche mese.


per cui che vada e colpisca, anche perchè secondo me l'individua se la caverà benissimo ad minchiam, in pieno rispetto del suo DNA.

(questo a fianco è per il babbuino, per te focaccia e vino bianco, ma qui.
te lo meni che ti faccio il festino in ufficio).

mercoledì 6 ottobre 2010


è quello che abbiamo bevuto ieri io e v. nel bar della palestra dove il ragazzino fa karate.
quando prendo la birra nel bar dei palestrati mi sento un po' come se leggessi topolino nella biblioteca universitaria, quindi ho inziato ad evitare l'imbarazzo.


v. lavora come vicedirettore nella banca di fronte alla palestra, che per comodità è diventata il teatro dei nsotri incontri.



v. ha l'aspetto un po' austero e un'eleganza nei modi che farebbe invidia a un'etoile della scala.


l'unica cosa del suo aspetto fisico che si sposa con l'aspetto interiore è l'arancione dei capelli.

in genere passano dai tre ai sei mesi tra un incontro e l'altro e il materiale di cui parlare abbonda prevalentemente grazie a lei: v. è una zia mame in chiave moderna, io al massimo posso raccontarle che in quel lasso di tempo ho fatto il cambio degli armadi.



le nostre chiacchiere spaziano dalle figurine panini dei calciatori all'analisi introspettiva dei nostri processi mentali durante il periodo premestruale, passando per i pettegolezzi sulle vecchie conoscenze sanfruttuosine, ma in ogni caso (mi perdoni il mio pusher al quale sto facendo fare una figura di merda) con lei si scivola semrpe in un'altra dimensione, indipendentemente dall'argomento trattato.
è il modo con cui mi porta ad affrontarlo che mi diverte al pari di una corsa sul katun di mirabilandia.


ieri con stupore ho scoperto che nella sua borsa vivono ancora in numero incalcolabile i mitici fogliettini in cui annota le sue riflessioni quotidiane con la sua grafia da gallina, tanto orrenda quanto così geometricamente perfetta e ordinata da rendere questi appunti belli alla vista anche per un'esteta della calligrafia come me.


mi chiedo come diavolo archivi tutti i foglietti di una vita, sono certa che lo faccia ma non so come. lei la tecnologia ce l'ha in testa, non nei mezzi.



v. 18 anni fa era l'amica che ho temuto di più per i culi che mi ha aperto le poche volte che mi sono azzardata a bleffare con lei.


oggi penso che non mi giudicherebbe nemmeno se tentassi una rapina a mano armata nella sua banca.



ciao v., ti voglio bene. alla prossima, anche se a me il succo di mirtillo fa veramente cagare.



martedì 5 ottobre 2010


30 ore di fila di lavoro senza interruzione e gli metti pure una riunione alle 15 di oggi.


meriteresti 30 ore di flagellazione a partire da adesso e alle 15 di domani un appuntamento con l'uccello di fabrizio corona.
Sterco.

lunedì 4 ottobre 2010






Quando lo vedrai dormire, con le rughe stanche e con la barba grigia... ti sembrerà di vederlo ancora un cucciolo di nove anni... ma questo dovrai saperlo solo tu.

(Mamminacara, 3/10/2010)

- per oggi la bomba sul salone nautico la risparmio, vediamo domani;


- oggi ho l'umore da asilo;


- ho come la sensazione di avere una spadina di damocle a forma di multa sulla testa;


- ho messo il piumino nel letto e ho tirato fuori una maglia col collo alto: per me è ufficialmente inziata la stagione invernale;


- ieri il ragazzino è stato colto dal leggero dubbio che i soldi del topolino dei denti li abbiamo messi noi; per fortuna ha quasi finito tutti i denti da latte;


- sto pensando che un po' di sana incoerenza arricchisca lo spirito;


- forse non è stata una buona idea concludere la cena di ieri con un chilo e mezzo di caldarroste.

mercoledì 29 settembre 2010


- mammaaaaaaaaaaaaaa!


- èèhhhhhhhhh!


- prestooooo, vieni a vedere che baghètt che mi è uscita dal culooooooo!!!



martedì 28 settembre 2010


a volte saltano alla mente ricordi nella maniera più inaspettata. stamattina per esempio mentre ero in coda in autostrada e litigavo mentalmente col mio alter ego ho visto un furgoncino con scritto C.M.E. e mi è entrata in testa la gigia per l'associazione di idee C.M.E. ?CIME  ?acquisto del materiale per fare l'impianto elettrico nell'ufficio che misi su con la gigia ?GIGIA.
la gigia rappresenta il ricordo di un fallimento.
è stata mia amica, mia collega e poi mia socia per quasi tre anni.
con lei ho avuto modo di constatare che come imprenditrice non valgo una ciolla.


ma non mi riferisco al fallimento professionale quanto a quello personale, visto che io e la gigia non ci parliamo più.


stamattina ero in macchina davanti a un furgone della CME che fa telecomandi e mi dispiacevo per l'amicizia perduta con la gigia.


comunque, cambiando argomento col telecomando, ieri ho preso un'altra mosca. è stato quando il capo mi ha detto (ridendo) che non sono all'altezza di una certa cosa... ma stai scherzando? un metro e settantasei e non sono all'altezza? vuoi che proviamo con un tacco 12?


è che certe riflessioni mi arrivano 12 ore luce dopo, mentre a prendere una mosca al volo con le chiappe ci metto un lampo.
 

sabato 25 settembre 2010


ieri temevo la solita cena scassaminchia dove si parla solo di lavoro.
e invece è stato peggio.
io e il capo siamo andati a cena con porsche-gialla 1 e porsche-gialla 2, premetto che nessuno dei due ha ovviamente fatto brillare la carta di credito, per la gioia dell'altro mio capo che non sa ancora nulla del conto, ma andiamo avanti.
Gli argomenti trattati: porsche gialle, harley davidson con aerografati i teschi, settimana bianca womanfree (stile amici miei ma di lusso),  porsche gialle, l'assurdo universo femminile visto con gli occhi di due chirurghi plastici con porsche gialla, l'assegno mensile di 2500 euri che porsche-gialla 2 passa alla ex moglie nonostante anche lei sia chiurgo plastico, calcio e porsche gialle.
che poi, se di tutto questo me ne fosse fregato qualcosa di più di un cazzo, magari avrei potuto godermi di più la delicatezza di quei funghi crudi e rucola e di quella chianina steccata al lardo.
Niente, la sottoscritta ha saputo sfornare solo un campionario di sorrisi di convenienza per tutta la sera.
ad un certo punto, per puro istinto di sopravvivenza,  tento disperatamente di buttarla sul lavoro. porsche 2 è ospedaliero o libero professionista? Chiedo con fare di quella che ne comprende la differenza.
ex ospiedaliero, da un po' di anni libero professionista. e immediatamente con sorriso ammiccante e strizzatina d'occhio si premura di specificare: in pratica ora faccio solo tette, culi e payeeyee...
io non ho capito bene,  c  r e d o  che abbia detto patate ma si è mangiato la parola e io sono un po' sorda... so che devo assolutamente dire qualcosa se volgio continuare dignitosamente la conversazione ma cosa, la butto sulla patata e faccio una battuta idiota? e se lui non ha detto patata ma ha detto ipotalamo? calo senza ritegno un bicchiere di chianti dei colli senesi tutto d'un fiato.
sorriso di convenienza coi baffi di vino e una rucola tra i denti, me lo sento.
sì, ha detto proprio patate perchè ora mi sta raccontando il suo talento nel  fare gli origami con le piccole labbra e mi spiega i "tagli" all'ultima moda.
io sorrido convenientemente, tanto la mia autostima ormai è scesa sotto le scarpe.
è fantastico vedere  come ride di gusto mentre racconta a mò di sketch  i fattacci personali dei suoi pazienti, inculandosi con gaudio etica, privacy, il buon Ippocrate e la povera chianina che giace nel suo piatto.
uh, ora si palleggiano le battute sulle differenze tra l'uomo e la donna, tipo quelle mail che arrivano in ufficio su come è fatto il cervello e quello , e cagate così. in questo momento differenze tra noi ce n'è ben poche perchè i miei coglioni sono più grossi dei loro.
una fiera della banalità sapientemente allestita sul nostro tavolo, noi donne siamo così, è difficile spiegare certe giornate amare... lascia stare. tanto rompiamo comunque i maroni.
e vai, lasedia, coi sorrisi di circostanza, questa volta devo aver sparato pure qualche supercazzola prematurata mentre disegno imbarazzata dei fiorellini sul tavolo con le briciole di pane. il mio capo tenta di intervenire dicendo che io invece sono buona e probabilmente non rompo il cazzo a mio marito.
porsche 2 a questo punto è lieto di rivelarci che lui è single per scelta (mi piace da matti questa, quasi quanto i suoi gemelli a forma di teschio) da 4 anni, non sa fare una mazza in casa tranne cucinare e quindi ha investito nella donna della sua vita che è la colf filippina che gli costa circa 400 euro alla settimana, uè, se pensi che una donna a portarla fuori una sera ti costa 100/150 euro... la faccio venire a casa e cucino io, figa, e poi pulisce la donna della mia vita.
Lasedia: sorriso di convenienza, tasso alcolico nel sangue ormai irrecuperabile.
ma è il bicchierino di grappa morbida  finale che dà la svolta, il mio complice.
porrsche 1 conclude dicendo: il problema di voi donne è una grande insoddisfazione di base.
"sticazzi" vorrei biascicare con la palata di cemento armato che ho in bocca.
ma non esce quella parola, mi esce: - di massa...
e lui: - no, cara, ho detto di base.
non capisco perchè ho detto di massa, evidentemente dovevo per forza sparare qualcosa ma il rutto libero mi pareva poco consono, tuttavia devo improvvisare qualcosa perché tutti stanno aspettando lo spiegone.
- eh ho capito. e io dico di massa.  prendi lui per esempio,  ti sembra soddisfatto uno che riesce a realizzare il rapporto con l'altro sesso rompicoglioni solo tramite l'unica che non glieli rompe, ossia la sua colf filippina? (e che non gliela molla nemmeno, volevo aggiungere, ma la grappa purtroppo era finita).


 sorrisi di circostanza.


la carta di credito esplode, perdonaci capo.

giovedì 23 settembre 2010


sotto alla mia loggetta c'è un giardino.


oltre la delimitazione del giardino inizia il bosco che anni fa, a febbraio del 2005, prese fuoco per colpa di qualche stronzo.


fu un incendio abbastanza devastante, ci vorranno almeno 50 anni prima che bosco e sottobosco riprendano l'aspetto di un tempo.


 


 


(sono certa che quando tornerò non troverò più la mia casa ma prima di uscire prendo cose a cazzo, la maggior parte delle quali totalmente assurda - tra cui la bibbia, mi chiedo ancora oggi perchè.


piango e cerco di spingere i 12 chili di aldo dentro alla gabbietta, la sua ciccia sborda da tutte le parti.


il ragazzino non ha neanche quattro anni. sia io che tre/quarti abbiamo le mani occupate e nella foga dell'uscita, mentre scendiamo le scale e io continuo a frignare insopportabile come una vespa a tavola, non ci rendiamo conto che il ragazzino è ancora troppo piccolo per trottare da solo in una situazione del genere e implora "qualcuno che mi tiene la manina?".


qualcuno gli tenga la manina, imbecilli.


detesto l'idea di non avergli tenuto la manina quella volta.)


 


 


casa nostra sta benone. a volte guardo il bosco e penso che abbiamo avuto culo.


poi mi affaccio dalla loggetta e guardo sotto, oltre la delimitazione del giardino dove inizia il bosco. vedo delle rose e mi chiedo se possano le rose nascere spontaneamente in un bosco. ma forse le ho seminate io per sbaglio.
le cose belle le faccio sempre per pura casualità.












 

mercoledì 22 settembre 2010


a siena non si trovano due cazzo di camere per domani sera.


imperativo categorico: risparmiare.


il capo vuole stare in centro ma non troppo, vicino alle scotte ma non troppo, tre stelle ed economico ma che non gli faccia venire la tristezza perchè il cesso ha la doccia con la tendina di plastica e i pesciolini disegnati.


penso che gli proporrò di portare la mia fantastica tenda 4 posti e di piantarla davanti alle scotte. porto anche la tenda cucina e il tavolino da campeggio con sedie attaccate, così invitiamo a cena quel cliente simpatico e discreto come la sua porche(*) gialla. farò una bella grigliata, sì.


problema depressione da tendina di plastica della doccia è così risolto: il cesso manca proprio, si va a pisciare nei bagni del policlinico.


mi hanno assunta per le mie capacità di problem solving.


(*) correzione del 23/9/10: porsche, si vede che non ho molta dimestichezza col mezzo.

martedì 21 settembre 2010



ore 12.17
- razzi, avanti, metti giù quel telefono.


- ma veramente... dovrei fare una telefonata... di lavoro...


- e allora muoviti, che dobbiamo cantare dancing queen.


- ...sì...scusa...


 






 

lunedì 20 settembre 2010

ora qualcuno vuole spiegarmi (se non ci pensa direttamente l'interessata) come mai ogni volta che cerco di intavolare un discorso serio con la mia collega, questa alza la mano e mi dice che deve andare a cagare?

domenica 19 settembre 2010

fin da bambina ho sempre desiderato lavorare in ambito sanitario e sono quasi certa che non fosse solo colpa della pericolosa influenza che candy candy ha esercitato sulla mia generazione. a pensarci bene, però, è stato meglio che casualmente abbia percorso una strada diversa; diciamo che l'ambito sanitario in un certo senso lo frequento, ma non è la scena che calco da protagonista.
se io sbaglio qualcosa nel mio lavoro mi aprono il terzo occhio o al massimo mi licenziano. ma nessuno muore.
Con il mio carattere faccio già fatica ad alzarmi la mattina col pensiero che se non mando una mail in tempo mi scade un'opzione, figuriamoci sapere che se mi sveglio col belino storto uno ci rimette le piume.
Venerdì col capo eravamo da dito-tronco.
dito-tronco è simpatico e l'aspetto da babbo natale me lo rende ancora più caro.
ci offre sempre il chinotto, che io preferisco di gran lunga alla cocacola, e la sua segretaria ha la voce di calimero, quindi facilmente adorabile. L'unico problema è che ama concludere le nostre riunioni mostrandoci le foto dei suoi casi più raccapriccianti con lo stesso entusiasmo con cui il mio ragazzino tedia gli amichetti con i suoi trofei di karate.
Il trofeo di venerdì era particolarmente agghiacciante.
Foto della testa del signor mario (nome di fantasia, e che fantasia!) prima di un intervento:  lingua di fuori, tumefazioni qua e là, un occhio che sembrava un uovo al tegamino e attenzione: una cannetta, credo di plastica ma non ci giurerei, che penetrava a sinistra del suo collo, più o meno sotto al lobo dell'orecchio, ed usciva dalla parte opposta nella tempia destra, diciamo  all'altezza dell'occhio al tegamino.


La radiografia mostrava perfettamente la testa del signor mario attraversata in diagonale dalla cannuccia. Un casino del genere un comune mortale manco se lo immagina finchè non lo vede.
dito-tronco  ci ha raccontato che questo pover'uomo stava passando la domenica pacifico nel suo orticello in cima ad un albero e, cadendo, si era infilzato la crapa con la cannetta dei pomodori come fosse uno spiedino. quelli del 118 avevano dovuto tagliare buona parte della cannetta perchè era talmente lunga da rendere impossibile l'accesso del signor mario sull'elicottero.

ora dico, ma ve lo immaginate il sangue freddo che bisogna avere quando una bella domenica ti trovi a dover risolvere una porcata di queste dimensioni che il destino decide di rifilare al fortunato di turno (il signor mario), e in pochi minuti, dico, pochi minuti devi decidere cosa fare, da dove iniziare e che procedura seguire?
roba da matti.  che metti lo sfortunato caso che sia io a trovarmi di fronte al signor mario e i suoi pomodori con cappa verde, cuffietta e museruola in bocca, le braccia alzate in segno di onnipotenza e i guanti da chirurgo, cosa ci scommettiamo che invece del bisturi mi faccio portare una pistola così lo finisco del tutto e non soffre?
Macchè, per lui  probabilmente qualsiasi caso è come un sudoku difficoltà 5, basta mettersi lì con la santa pazienza e piano piano si risolve; e infatti il buon dito ce l'ha fatta, il signor mario oggi non ha nessun danno cerebrale, è tuttapposto, gli ha pure salvato l'occhio di bue.



avevo la pelle d'oca ed ero sconvolta ma la cosa che mi ha lasciata più attonita è che mentre dito ci mostrava la foto del dopo intervento io mi sono scoperta a chiedermi che fine avranno fatto i pomodori dell'orto quando il signor mario è tornato a casa...


mah.
che belle le 17.24 di domenica sola a casa mentre il marito e il ragazzino sono a buttarsi da qualche dirupo con la bici!


 


sento che domani scoprirò di aver fatto scadere un'opzione importante. 

 


feel sick and dirty, more dead than aliiiiive


sabato 18 settembre 2010

...ma belin, a te non piaceva il jazz! O sbaglio? E dammi una merda di cenno porcazzozza! :P


venerdì 17 settembre 2010


a me mi piace il 17.


certo, per una superstiziosa come me non è che sia uno sballo svegliarsi la mattina sapendo che è venerdì 17.


comunque sia trovo che il 17 sia un numero molto elegante, ovviamente femmina e di colore nero.


secondo me i numeri hanno un sesso.


l'uno è maschio, il due è una bambina, il tre è maschio, il quattro è maschio, il cinque è femmina, il 6 è femmina (un po' datata e cicciottella), il 7 è una gnocca, l'8 e il 9 maschi, il primo buono e il secondo stronzo.


lo zero è dio, che determina un punto di inizio verso ogni direzione, positiva o negativa.


il numero che odio di più è il 360, perennemente nella bocca di tutti con 'sta storia dei 360 gradi. ci deve essere sempre qualcosa che è a 360 gradi, e che palle, baaasta.


poi c'erano quei due sfigati, il mio omonimo lasedia e lattepiù, che stavano a 360 kilometri di distanza e per almeno un anno e mezzo ce l'hanno zampettato a dovere.


il numero che amo di più invece è il 12.


sarà perchè un giorno 12 di qualche anno fa ho avuto la sensazione di tenere il mondo in mano.


buon venerdì 17, amici.


ora vado da ditotronco, il nostro miglior cliente.

mercoledì 15 settembre 2010


Una caratteristica tipica del rapporto con mia madre riguarda la roba che lei è convinta di avermi prestato.

io ho sempre qualcosa da restituire a mia mamma.

situazioni del tipo


- ah. rivoglio quel tavolino pieghevole che ti ho dato quattro natali fa (...in genere si tratta di prestiti risalenti al tempo profondo di cui non ricordo nemmeno l'esistenza)


- senti, mi riporti la mia pentola a pressione che volevo fare lo spezzatino? (...altre volte si tratta di cose che mi sono state regalate per il matrimonio (quindi mie da circa 14 anni) e che io ho prestato a lei ma lei, RESTITUENDOMELE, in realtà me le ha PRESTATE perchè nel frattempo sono diventate sue)


oppure


- vorrei riavere indietro la glassa per decorare le torte che ti avevo imprestato per il compleanno del ragazzino (...questo è il classico caso di prestiti finiti irrimediabilmente nell'intestino di qualcuno, quindi difficilmente restituibili se non in altra forma).


e infine:


- mi porti lo zainetto che avevo dato al ragazzino per fare la gita con gli scout? (...esempio di prestito di oggetti orrendi che il mio dolce tre/quarti caccia nella rumenta pensando siano vecchi omaggi della postalmarket chissà come atterrati in casa nostra, mi fa d'un incazzare quando fa così che lo declasso a un/quarto).


 


in ogni caso, tutto ciò è decisamente frustrante perchè sembra che il 99% della roba che lei non trova in casa sua deve per forza averla imprestata a me, e il restante 1% non era un prestito ma un regalo che però ora le torna utile.
a nulla serve dirle che scommetto le mie tube di falloppio che quella roba in casa mia non c'è mai stata o non c'è più, perchè ciò per lei significherebbe darle della rincoglionita. quindi per non sconvolgere troppo gli equilibri madre/figlia corro a comprare un sostituto del maltolto per "restituirglielo".


 


sono giunta alla conclusione che quando tirerò il gambino e i miei cari dovranno smantellare la mia casa, salterà fuori un tavolino pieghevole, una pentola a pressione che un tempo fu mia e poi non fu più mia, un avanzo di glassa coi vermi e un cazzo di zainetto color brodo.


e toh, magari pure un libro dal titolo verso la mecca, che sono certa di non aver mai ricevuto in prestito checchè se ne dica, ma quella è tutta un'altra storia.

martedì 14 settembre 2010

mi sto preparando per un incontro all'ultimo sangue nell'ufficio del capo.
l'avversario è una tizia che viene da milano.
ho già le nocche fasciate, il paradenti, la sputaccheira al mio fianco, sono andata in bagno due volte e saltello sulla scrivania mentre il capo mi incita.
il ring è già apparecchiato con mezzo chilo di focaccia.
doveva essere qui alle 10 e sono già le 11 e tre minuti.


ecco ci siamo.
------------------
prima ho dimenticato di fornire il piccolo particolare che durante l'incontro eravamo 4 contro 1.
È che a noi ci piace vincere facile, ponzi ponzi popopò.


solo che non sono così certa che abbiamo vinto noi...

lunedì 13 settembre 2010


ieri mio fratello doveva farci vedere il suo nuovo runco o come cavolo si chiama, comunque una figata, con quello sembra di essere al cinema, persino una trasmissione condotta da paola perego diventa quasi piacevole.


per mettere alla prova il runco con megaschermo abbiamo visto un documentario di History Channel sulle origini della terra, partendo da 4,5 miliardi di anni fa per arrivare ai giorni nostri (dolce tre/quarti, al 4,4 miliardi di anni fa ronfava già).


bello, eh, per carità. ma il problema è che con 'ste robe mi si riaccende l'antica percezione di disagio cosmico, l'angosciante consapevolezza della precarietà con cui la razza umana tutta dovrà fare i conti.


il discorso è questo, io circa un anno e mezzo fa ho passato un periodo merdoso in cui ho letteralmente perso quel poco lume della ragione di cui sono dotata; è impossibile dichiarare qui davanti a tutti il motivo di tale crisi senza dovermi sotterrare dalla vergogna: per farla breve, ho fatto parte dei tanti coglioni che si sono fatti influenzare da tutte le minchiate che circolano sul 2012. all'epoca passavo i periodi di cazzeggio lavorativo a pascolare per siti con l'unico scopo di convincermi che stavamo tutti per prenderci nel culo qualcosa a scelta tra l'onda quantica e nibiru.


in ufficio cominciava a diventare difficile far credere che stessi facendo un preventivo su excel con le cuffie inforcate e la faccia spiritata davanti alle interviste a bob dean su youtube.


una volta mi sono persino messa a piangere, mentre la mia collega tentava invano un esorcismo. prima di uscire dal tunnel, sono riuscita anche a riscattare in anticipo l'assicurazione sulla vita che sarebbe scaduta nel 2013, perdendoci dei soldi ovviamente, ma meglio pochi e subito che saperli galleggianti tra tre anni nel nuovo panthalassa.


non scherzo se dico che ho ancora nella barra dei preferiti di explorer, insieme ai siti di shopping on line, una cartella che ho nominato "da paura!!" nella quale ho raccolto ogni tipo di materiale classificato in scienza, fantascienza e fantacazzata, che va dalle solite profezie maya che ci hanno rifilato in tutte le salse all'inquietante banca dei semi sepolta sotto i ghiacci dell'artico, passando per tutto quello che solo una mente disturbata può sopportare.


penso che un bel giorno sia intervenuto in mia salvezza il mio istinto di sopravvivenza, che abbia chiuso in un cassettino del mio cervello la cartella "da paura!!" e abbia buttato la chiave giù per l'intestino in modo che seguisse lo stesso iter dei pasti consumati quel giorno. in fondo trattasi di merdate e niente più.


come potete ben constatare oggi sono una donna serena e molto sana di mente che esercita l'attività di ultracazzeggio lavorativo sul proprio blog, su quello degli altri o al massimo su facebook.


peraltro, parlando di precarietà cosmica, c'ho già da pensare alla precarietà del mio contratto di lavoro che secondo i miei calcoli - considerando che siamo nel 4° katun e quasi nel 13° baktun e senza dimenticare che l'allineamento del sole nella via lattea potrebbe scatenare un'inversione dei poli magnetici nonchè il passaggio dell'equinozio di primavera dalla costellazione dei pesci a quella dell'acquario, e considerando infine che il moto di precessione della pancia della collega durerà ancora due mesi circa dopodichè uscirà dall'asse della maternità dopo almeno 6 mesi dalla data del parto -  dovrebbe scadere proprio nel 2012.



comunque il runco di mio fratello funziona bene, peccato che mi sia già spesa i soldi dell'assicurazione se no me lo prendevo anch'io.

venerdì 10 settembre 2010


ieri sera, festa dell'unità in porto antico (ok ok, adesso si chiama festa democratica), io, dolce tre/quarti (che nei giorni scorsi lo avevo declassato a dolce metà perchè mi ha fatto incazzare), ragazzino e mamma matrona, funghi fritti, funghi al funghetto e cozze in guazzetto, subito dietro al nostro tavolo una tavolata capitanata da enrico letta.


terminata la cena facciamo per alzarci e la mia mamma madre matrona ci dice "scusate un attimo devo fare una cosa". UNA cosa? pagare il conto non credo proprio e prima che riesca chiederle CHE COSA, la vedo avventarsi col suo passo claudicante verso il tavolo dietro, tre quarti ha già intuito qualcosa e scappa, il ragazzino lo segue sfrecciando tra i tavoli con il monopattino e io inorridisco davanti alla scena che mi si presenta davanti: letta sta portando alla bocca il suo fungo fritto mentre mia madre con una pacca sulle spalle pronuncia le seguenti parole "piacere di conoscerla. e mi raccomando, TIRATE FUORI LE PALLE."


a sconcertarmi non sono tanto le facce scolvolte degli altri commensali o la forchetta di letta ancora sospesa a mezz'aria in attesa di entrare in una bocca spalancata, ma il suo "va bene" sussurrato, terrorizzato, sconsolato e obbediente, mentre mia madre soddisfatta di quella che secondo lei è stata una piacevole conversazione politica con l'attuale vicesegretario del partito democratico, avanza verso di me con fare vittorioso...


la sua incontinenza verbale inizia a farmi paura.

mercoledì 8 settembre 2010


stamane al risveglio avevo lo stesso stato d'animo che ha un bambino quando viene accompagnato all'asilo in una piovosa mattina di inizio gennaio, il natale è bello che andato, ha sonno, vorrebbe stare con la sua mamma oggi particolarmente carina e coccolosa, l'amichetto del cuore è in settimana bianca, la maestra in piena sindrome premestruale è incazzata come una tigre del bengala e l'odore in giro gli suggerisce che è giornata di riso col pomodoro che nemmeno uno tsunami riuscirebbe a far scendere giù dall'esofago.


sarà la riunuione di merda di ieri mattina, sarà lo scravassone di pioggia che ha paralizzato la città e io c'ho ai piedi i sandalini o saranno i diti con gli unghi rotti ma oggi proprio...


oggi proprio. punto.


mamma, riportami a casa.
- mami, come è andata la riunione a milano con quelle persone che c'avevi paura?
- eh  insomma... poteva andare meglio, amore.
- oh. è che ti sei dimenticata di togliere la suoneria con le scuregge?


martedì 7 settembre 2010


ammetterlo mi fa sentire una mamma un cicin fuori luogo, ma la verità che le tradizionali feste pomeridiane di compleanno dei bambini mi sono sempre state parecchio sul culo.


io sono più per i buffettoni serali fatti in casa con vecchi amici, arrosticini grigliati e birra a fiumi, dove i bambini dopo aver azzannato un paio di spiedini non li vedi più fino a che non è ora di cacciare tutti fuori di casa. 


domenica pomeriggio invece mi è toccato, ho dovuto portare il ragazzino alla festa di un amichetto presso il solito oratorio, con i soliti panini rotondi alla nutella, i soliti pop corn e la solita torta di pasticceria con il disegno di un cazzo di cartone animato fatto con la pasta di mandorle. a 'sto giro, poi, non conoscevo un cane di nessuno, il dolce tre/quarti era ovviemante assente per lavoro e dopo la prima mezz'ora a far finta di essere interessata a come i marmocchi, tranne il mio, giocano bene a pallacanestro, avrei passato il tempo a tagliarmi le vene con un coltellino di plastica o ad affogare i dispiaceri nella sprite.


ho anche pensato di tirare fuori dalla borsa il mio fido iphone (ebbene sì, habemus iphom!) per giocare a piante contro zombi, visto che son tre giorni che non riesco ad ottenere il riconoscimento che, ironia della sorte, si chiama proprio Festa con Popcorn, cioè sconfiggere due orge di zombi in un singolo livello usando solo le sparapannocchie, ma considerando le imprecazioni che questa oggettiva difficoltà riesce a cavarmi dalla bocca, mi sembrava poco carino nei confronti della Lisa e delle sue gentili ospiti.


allora ho optato per una più conveniente conversazione sui bignè al cioccolato fatti dalla nonna del festeggiato.


erano strepitosi, non c'è che dire, la cosa particolare è che avevano come decorazione una specie di arancino cinese candito.


quando avrò tempo che avrò terminato il quadro malefico di piante contro zombi devo provare a farli.


a proposito, se nel frattempo qualche blogger ha preso il riconoscimento Festa con Popcorn, mi faccia sapere come ci è riuscito (e non è l'unico riconoscimento che mi manca).


Grazie e ossequi.






 

lunedì 6 settembre 2010


- ragazzino, la mamma ha un segreto, ma guarda che è un segretone vero, eh? che non devi dirlo nemmeno alla nonna per adesso.


- sìììì???


- sì, un segreto carino, sai, lo sappiamo solo io, la zia ia e la betta (mia nipote, ndb)


- sììììììì?????????


- sì, e non devi dirlo a nessuno perchè la betta ha voluto dirlo solo a noi, ok?


- ok...
-
il segreto è che la betta ha finalmente un fidanzato!


- ah.


...
... ...


...ma il fidanzato lo sa?

venerdì 3 settembre 2010







è più o meno in questi giorni che Di Là ricorre una specie di anniversario, chiamiamolo così.


ecco, questo è un pensiero per una donna che ho conosciuto a malapena, moglie e mamma.


ed è anche un pensiero per il suo amore, che un tempo fu un mio caro amico, e per i loro due uccellini che hanno ali più grandi di me.

 

martedì 31 agosto 2010

ogni anno, di questi tempi, nulla è più difficile da sopportare della depressione da rientro.
nemmeno l'avanzo di sabbietta del mio indimenticato aldo, sapientemente sparso sotto la scrivania per darmi l'illusione di posare i piedi sulla spiaggia, è servito a granché.
allora ieri, uscita dall'ufficio con in tasca gli ultimi 5 euri del mese, ho fatto  due passi in centro per risarcirmi del danno subìto da tanto malumore.
entrata nel primo negozio a caso, non potevo credere a quello che i miei occhi stavano guardando, una cosa che aveva dell'incredibile, inaspettata come una brezza improvvisa in una giornata afosa, piacevole come il rimborso irpef in busta paga.
una cosa che in questi ultimi tempi ho intimamente sperato di scovare da qualche parte pur mettendo in dubbio la sua reale esistenza.
e soprattutto: una cosa che poteva essere tranquillamente barattata con i 5 euro che avevo in tasca e mi sarebbe pure venuto indietro qualche bronzino di resto.
signori, lo smalto per le unghie color volante-della-mia-macchina.
questa è roba da postare, oh.
è roba forte.
perchè gente, sembrerà anche una bazzecola, ma per chi tutti i santi giorni che il Signore ha il buon gusto di mandare su questa terra deve fare un bel po' di chilometri di coda in macchina per andare a deprimersi in ufficio, far provare alle proprie mani un senso di agiatezza estetica mentre si isterizzano convulsamente sul volante ha la sua porca importanza.
o no?
decisamente terapeutico.



sono tornata subito o quasi ma mi ci vuole un po' per carburare.
al momento sono come un fiume in secca da tutti i punti di vista, compreso quello bancario.

--------------------

ciao, questo video lo dedico a te, adorabile bastardo camarguese che hai ciulato la mia bici e quella del ragazzino.
buona giornata.




martedì 17 agosto 2010

venerdì 13 agosto 2010

grazie alla graditissima bronchite che mi accompagna da quando ho iniziato queste porche ferie, da qualche sera ho il piacere di coricarmi presso il talamo nuziale e iniziare, a finestra rigorosamente aperta, una serie di concerti di tosse che si concludono intorno alle quattro del mattino, ora in cui in genere perdo inspiegabilmente i sensi.
tale piacere naturalmente viene condiviso con gioia da mio marito, mio figlio e dai vicini di casa.
tutto ciò nonostante il rito serale dei sedativi della tosse che ha ormai preso le sembianze di un rave party:
- 30 gocce di levotuss
- 20 gocce di cardiazol-paracodina servito con qualche granello di zucchero
- 20 gocce di lunibron & soluzione fisiologica
- due/tre cucchiaiate di kalumax (omeopatico, per bilanciare lo sballo con un po' di medicina alternativa)
- spruzzate di gola action per le note più acute (q.b.)
- siluro di hederix plan, perchè anche il culo vuole la sua parte d'oppio
- shakerata vigorosa

credo che questa sera lo proverò on the rocks con un paio di olive.
sono pronta per un'altra elettrizzante notte di ferie.


domenica 8 agosto 2010

Oggi lui torna e io non vedo l'ora di stringerlo forte. Ma dovrò anche dirgli quella cosa e non so come.
Non mi sento bene, ho la febbre.
Ma oggi torna!

venerdì 6 agosto 2010







parecchi anni or sono, mi trovai al casinò di venezia e combinazione chi ci beccai? il mio omonimo lasedia e lattepiù.


naturalmente feci finta di non vederli, come fanno di solito tutti i bravi genovesi per risparmiare la fatica di salutare e snocciolare i soliti convenevoli.


però li spiai a lungo e notai che si giocavano due numeri, sempre i soliti. è probabile che avessero un qualche significato, vai a sapere.


e niente, 'sti due rottinculo vinsero pure!


lo scorso settembre ci ho provato anche io: ero a sanremo per lavoro e siccome avevamo organizzato una cena nel privéè (ho buttato un po' di accenti a caso, ho studiato francese per 5 anni mica per scherzo) del casinò, a noi dell'organizzazione erano state regalate fiches per 20 euri.


gioco i due numeri dei due, il numero pieno non mi esce mai. poi, incredibile ma vero, punto un carrè che include i due numeri e vinco!


cambio tavolo, faccio qualche puntatina, altro carrè e vinco ancora! ma llevati!


maledetta me, invece, non mi comporto da genovese, non mi levo e mi gioco tutta la vincita.


comunque i numeri sono il 29 e il 31.


no, lo dico se magari qualcuno volesse provarci.


oh: in caso di perdita non potrete ritenermi in alcun modo responsabile, sia chiaro.


vado a spolverare la tastiera, che oggi è il mio ultimo giorno di lavoro.


 


PS. in caso di vincita, non so: se volete usare la cortesia di contattare la sottoscritta per il riconoscimento di una adeguata commissione... insomma, fate vobis.

mercoledì 4 agosto 2010

piano piano, ci vuole il suo tempo.




il tempo.
ho la sensazione che il tempo, oggi, si  stia dilatando.
inoltre il tempo è una merda, ci sono le nuvole, c'è afa, sto soffocando, sto impazzendo.
oggi sono una ciansona, una pürga, una rugnòsa.
una sûssa belini.




passerà.

lunedì 2 agosto 2010


ieri ho accompagnato il ragazzino al suo primo campo dei lupetti.


un tempo la giornata dei genitori era l'ultima, quando si andavano a raccattare le proprie creature sporche e contente.


quest'anno i capi hanno deciso di fare il cotnrario: giornata dei genitori il primo giorno, poi li molli puliti e scontenti, almeno quelli della leva dei "cuccioli" (alla loro prima esperienza). il mio è l'unico cucciolo privo di remore o dubbi di rimanere lì senza mamma e papà per 7 giorni.


La giornata dei genitori l'abbiamo aspettata da tempo con entusiasmo. però all'ultimo momento io e il mio tre/quarti abbiamo dovuto prendere la decisione di dividerci: io al campo, lui con aldo per l'ennesimo day hospital, nonostante fosse domenica.


partiamo con la mia macchinina, lupetto, zaino che pesa più di akela, zainetto con i panini, buon umore (...) e via.


in macchina cantiamo, parliamo di come sarà il suo campo e di come sono stati i miei.


arriviamo alla base dopo poco più di un'ora di macchinina + 15 minuti buoni di downhill a piedi con il suo zaino sulle spalle. lascio un polmone appeso ad una ragnatela e menomale che ho smesso di fumare tre anni fa.


il campo agesci è bellissimo, saranno circa un centinaio tra bambini e ragazzi che pascolano nel pratone che si estende tra le due casette per i più piccoli e le tende per i più grandi.


La giornata è perfetta, il posto è perfetto e la gioia di mio figlio è perfetta.


quando tutti siamo arrivati, assistiamo al grande cerchio di tutti i gruppi scout, al grande urlo di ogni branco e squadriglia e all'alzabandiera. cagate, avrei pensato in condizioni normali. ma ieri non l'ho pensato. era perfetto.


poi solita suddivisione in squadre per il gioco idiota. Più il gioco è idiota e più noi genitori ci divertiamo.


peccato che non ci sia tre/quarti, lui ha il terrore dei giochi idioti dei lupetti ma quando ci si trova in mezzo gli monta la competiscion e arriva a barare usando l'i-phone per vincere.


A metà del gioco idiota ricevo una telefonata. E' tre/quarti.


La telefonata è breve, il tempo di poche parole.


...


chiudo il mio adorato motorola nero. Il lupetto mi guarda, io gli sorrido "stai tranquillo, aldo è dalla veterinaria, piano piano si riprende, ha iniziato anche a mangiare da solo!".


il lupetto ora si sente in diritto di iniziare il suo campo sereno. così deve essere.


il gioco idiota continua, io riesco anche a risolvere due indovinelli, e senza l'aiuto del motorola nero. i componenti della mia squadra mi lodano!


prendo il sole nelle guancette, mangio con il lupetto e un'altra famiglia sotto l'ombra di un albero. Io e lui abbiamo due panetti sfigati con la mortadella.


la famiglia con cui mangiamo è messa peggio di noi: pancarrè e mezzo vasetto di nutella (al quale dò una golata anche io). vedo gente con le borse frigo e gli spaghetti. vorrei tanto una birra ma mi devo accontentare dell'acqua.


pisolino sotto l'albero per me e la mamma di alessio. bambini e ragazzi in giro, chi gioca a pallone, chi suona la chitarra, forse chi si fa una canna.


una giornata perfetta. il motorola nero squilla ancora un paio di volte, è sempre il mio tre/quarti.


assisto anche alla messa all'aperto. subito non ne ho voglia ma la predica del siculo don michele è così bella e la giornata è così perfetta che sento il cuore colmo. addirittura canto i canti che consoco, tanto sono gli stessi di 25 anni fa.


ovviamente non faccio la comunione, non la faccio da 7 anni, non me la sento proprio. forse un giorno riprenderò a farla con don michele, forse, ma non so ancora.


don michele dice "allontanate le diversità che esistono tra voi e scambiatevi un fraterno gesto di pace". mi giro verso la vicina e le faccio un sorriso a 30 denti + due capsule. lei ha la faccia secca e non sorride e mentre mi stringe mollemente la mano fa scivolare lentamente i suoi occhi severi sulla mia semi-scollatura (semi, giuro!). brava - penso - hai colto al volo le parole di don michele.


la giornata perfetta finisce poco dopo la fine della messa, è l'ora di salutare i nostri bambini. il mio mi abbraccia, mi bacia e mi invade con la sua gioia che è perfetta.


è così che deve essere.


rimonto per il sentiero, fortunatamente questa volta senza lo zaino, ma essendo in salita lascio anche l'altro polmone.


arrivata al parcheggio saluto i genitori di alessio e salgo in macchinina.


e lì, in solitudine, posso finalmente piangere fino a disidratarmi.


 


______________________________________


 


stamattina lo abbiamo portato all'ombra di un albero del bosco davanti a casa nostra.


L'albero si vede dal nostro terrazzino.


E' il posto perfetto.

venerdì 30 luglio 2010


lo so, non è questa la vera paura della morte quando qualcuno sta male.


se quel qualcuno è solo il tuo gatto è una cosa che deve rimanere all'interno delle tue 4 mura, non puoi mica parlarne fuori come se fosse un parente, no.


potresti far male, potresti urtare.


ma è successo tutto così all'improvviso, io non me l'aspettavo. ieri è andato in coma diabetico, così, senza avvisare.


tutto il giorno in osservazione dal veterinario, analisi del sangue, flebo, insulina, cibo sparato in gola con una siringa per non andare in ipo.



stanotte a pulir piscio dentro l'armadio del ragazzino dove lui (il gatto) ha cercato di rifugiarsi dalla sofferenza.


oggi di nuovo day hospital e vediamo se ne esce.

mia sorella gioca la sua carta e la butta sul ridere: "beh, che ti aspettavi, il diabete tanto è di famiglia".


è vero. diabete a risme da noi (lei come capobanda), ci mancava il gatto.


però mi fa tanto male vederlo così.


mi fa male pensare di prepare al peggio 'sto ragazzino che fin da piccolo diceva agli amichetti "vi presento mio fratello, che è un gatto..."


aldo, non mi freghi più brutto ciccione. se ne esci, col cazzo che ti dò due scatolette da 170 grammi al giorno + le crocchette.


ti bucherò il culo di insulina fino a farti diventare una pantera incazzata.


però tu stringi i dentini puzzolenti e vieni fuori da lì. rivoglio la mia cima con le gambe.

mercoledì 28 luglio 2010


ieri è capitato sotto i miei stanchi occhi un articolo apparso su una rivista medica scritto da una certa J.R.M., giornalista scientifica e mater ad honorem, che tratta l'argomento dell'eccesso di attenzioni della mamma verso il bambino {includendo, tra queste, l'allattamento prolungato [dove per "prolungato" intende dopo i 6 mesi di vita del bambino (persino il centralinsita dell'OMS solleverebbe il dito medio di fronte a tale affermazione)]}.


Non mi soffermo sul numero incalcolabile di minchiate prive di fondamenti scientifici o riferimenti alla bibliografia esistente che questa distinta e fashionissima signora è stata in grado di contemplare nel lungo articolo; tantomeno è mia intenzione smantellare una per una le suddette minchiate qui sul mio annoiato blog, sebbene le mie argomentazioni potrebbero avere basi scientifiche decisamente più solide delle sue (nonostante i miei studi di taglio e cucito alle vespertine, eh sal? ).


Accetto di riconoscere l'autorevole preparazione di una giornalista che è partita occupandosi di musica e dopo aver letto L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello si mise a scrivere di medicina, il punto è che mi sono rotta un filino i maroni di giornalisti o presunti tali che vogliono spacciare le loro rispettabilissime opinioni personali per vera informazione scientifica.


la cosa, a dirla tutta, mi ha sempre disturbata. ed è forse questo il motivo per cui ho allattato per più di due anni il ragazzino: perchè, come diagnosticherebbe la signora J.R.M., sono mentalmente disturbata.

Parafrasando la mia collega, notifico che oggi mi sento operativa come un controller della Eden Viaggi.

lunedì 26 luglio 2010


in verità non c'è nulla di così diverso dal solito, ma oggi in modo particolare c'ho NIENTE da scrivere quindi anche 'sta volta ho perso un'occasione per tenere controllata la mia incontinenza (fecal)scribacchina o per usarla a scopi più utili, come per esempio lavorare, visto che dovrei scrivere una costellazione di merdate da presentare al capo.


niente, volevo condividere questa cosa.

venerdì 23 luglio 2010

io solidaRizzo con la barbara. quando mi sono diplomata alle vespertine don mimmo mi ha offerto un posto di lavoro come perpetua, non potete neanche lontanamente immaginare che putiferio sia scoppiato in tutto il quartiere... "uhhhh la raccomandata, la raccomandata!!!"

mercoledì 21 luglio 2010


e lo so. batto sempre sullo stesso schifoso chiodo.
dopo la carta igienica, il contributo volontario per coprire le spese del materiale didattico e le bollette della luce, il preside di un liceo denunciato perchè non voleva consegnare la pagella ai genitori che non avevano versato il contributo VOLONTARIO, il tempo pieno tagliato o eventualmente a pagamento, da un piccolo comune della provincia di genova (quello del salame, per intenderci) è arrivata la simpatica notizia che quest'anno alle spese per i libri delle scuole elementari dovranno provvedere le famiglie degli alunni.


tra qualche anno è probabile che il ministero per l'istruzione pubblica ci concederà l'onore di insegnare direttamente ai nostri figli a leggere e a scrivere da casa, che così si risparmia ancora un po'.


fortuna che le divisioni a mio ragazzino gliele ha già insegnate la signora maestra.

...se avrò un'altro figlio sarò un po' nella merda.

martedì 20 luglio 2010

voglio l'iphone, signore e signori, non ne posso più di 'sta vacca di motorola brutto come un braccio nel culo, voglio l'iphone e voglio il contratto top400 a 29 euri al mese con l'iphone incluso aggratis e 25 sms alla settimana, ma non c'è un centro qui a genova che lo abbia disponibile???

venerdì 16 luglio 2010


oggi nell'ora di pausa sono stata da pino il parrucchiere e questa volta sono rimasta molto soddisfatta, sì.


prima la tinta per togliere l'effetto puzzola (mezzo centimetro di bianco attaccato alla cute, ho il culo di avere i capelli bianchi dall'età di 16 anni), poi un paio di colpetti di sole che d'estate ci stanno bene e infine aggiustamento del taglio.


poi mi ha ascugato i capelli a testa in giù; è stata un'idea geniale perchè avendo i capelli ricci, quando l'ho ritirata su con un colpo convinto alla carrà, sembravo kuntakinte ad un festino hippie degli anni settanta. fantastico.


allora per rimediare me li ha tirati "morbidamente" su con un centinaio di forcine e adesso sembro la cugina povera di elisa di rivombrosa. ancora più fantastico. c'è più acciaio sulla mia miserabile testa che alla dalmine spa.
il tutto per 75 euri. mecojoni. però le forcine non sono a rendere.


va beh, vado che devo prendere un caffè con il Conte Fabrizio Federico Giovanni Clemente Ristori di Rivombrosa.

giovedì 15 luglio 2010


nell'agosto del 2003 la terra e marte orbitavano attorno al sole l'una accanto all'altro a (soli) 56 milioni di km di distanza. Il fenomeno dell'allineamento dei due pianeti si chiama opposizione perchè il pianeta appare dalla parte opposta a quella del sole e si ripete circa ogni due anni. il 2003, però, è stato un anno speciale perché questa volta i due pianeti si sono avvicinati come non mai negli ultimi 60.000 anni. si dice che lasedia e lattepiù videro insieme il pianeta rosso vicino e luminoso come mai lo avevano visto, ma in quel periodo avevano altri pensieri e della grande opposizione di marte non gliene poteva fottere di meno. certo, non potevano ancora sapere che tutto l'intero sistema solare, in realtà, gli stava entrando diritto nel culo.


per quanto riguarda me, invece, se nel 2003 avessi avuto il telescopio che babbo natale ha portato lo scorso natale al mio ragazzino, mi sarei goduta uno spettacolo niente male. peccato. credo che dovremo aspettare altri 60.000 anni per vedere un'altra grande opposizione di marte ma almeno è certo che sarò provvista di telescopio.

mercoledì 14 luglio 2010


prendi le cozze, puliscile, buttale in una pentolona, fagli dare la prima acqua.


butta via la prima acqua.


metti nel pentolone olio prezzemolo e aglio e fai soffriggere poco poco il tutto; ributta dentro le cozze.


ammazzale di pepe.


spruzza limone e vin gianco.


girale con un cucchiaione, si devono aprire tutte. ma tutte, eh?


cospargi ancora di prezzemolo fresco e magri ancora qualche grat grat di pepe.


finito.


 


facile vero?


d'altronde si sa: le cozze hanno poche pretese.

martedì 13 luglio 2010

se posso esprimere un giudizio:
'a prima che hai detto!
________________________________


ciao, oggi vado a prendere un po' di fresco a milano.





lunedì 12 luglio 2010


ho passato questo week end nel paese natio di mia madre.


è un appuntamento fisso al quale io, mio fratello maggiore e i nostri rispettivi consorti non possiamo permetterci di mancare per non urtare il metabolismo della genitrice (i due figli di mezzo non sono soggetti a questo obbligo).


la mia non è una lamentela, solo una constatazione, anche perchè il soggiorno si rivela sempre molto piacevole per la pancia e per lo spirito.


ovviamente, trattandosi del solito paese sconosciuto, poco lontano dalla più celebre salsomaggiore terme, non vanta alcun tipo di attrattiva se non durante gli unici due giorni all'anno (quelli, appunto, in cui il paese ci vede ospiti) durante i quali si festeggia la festa del parmigiano reggiano di montagna.


non mi dilungherò sul fatto che per colpa di questo allegro festino mi sputtano ogni anno la quattordicesima acquistando almeno 10/15 chili di parmigiano 36 mesi di stagionatura in pezzi da chilo messi sottovuoto, tocchi interi di culatello che non appena mette il culo(tello) a genova si rovina per colpa dell'aria di mare, un paio di coppe, forniture varie di strolghini e coglioni di cinghiale, tre o quattro sacchi da 5 chili di farina di tipo 1 macinata a pietra, porcini secchi e altre prelibatezze leggere non proprio tipicamente emiliane prese dal banchetto del bolognese con origini siculo-calabro-teatino-campano-friulo-tedesche (vasetti di 'nduja, peperoncini piccanti, agli sott'olio, cipollazze di tropea, capperi siciliani geneticamente modificati, marmellata di cipolle e aceto balsamico, sardella e giù di lì).


toh, mi son presa anche un top fucsia dal banco del cinese. l'ho provato nel camioncino del cinese e avevo deciso di non comprarlo ma mentre lo sfilavo è saltato il filo con le perline che hanno iniziato a rotolare dentro e fuori dal camioncino; francamente non me la sono sentita di dirgli che poteva tenerselo.


tappa d'obbligo durante le scorribande per l'unica via del paese è il cimitero. ho scoperto di amare molto i cimiteri da quando vado al paese del parmigiano.


non è per provare il gusto del macabro o per consumarmi di rosari in "onore" di tutti gli ospiti.


i cimiteri mi garbano e basta.


mi danno un senso di pace, di incontro con qualcosa.


quest'anno la visita al piccolo cimitero sarebbe dovuta saltare per colpa del caldo e dell'apertivo troppo lungo che ha portato via il tempo.


ma caso vuole che sabato sera alle 23, un po' alticci dopo il terzo bicchierino di bargnolino digestivo ghiacciato, fossimo in attesa di vedere la tappa del rally di cremona che a mezzanotte e mezza sarebbe partita proprio davanti al cimitero pellegrinese. in un paesino come quello i cimiteri non chiudono mai.


quella visita notturna mi ha emozionata e spero vivamente di non risultare sinistra con questa affermazione (che poi è sempre meglio che risultare destra...).


centinaia di lumini accesi (più o meno uno per ospite) gli donavano un aspetto per nulla funebre ma famigliare, intimo, terribilmente romantico. infinito.


ecco, come un concerto in paradiso con tanto di accendini accesi, mancava solo l'odore della mariuana e il gioco era fatto. è strano, ma sotto quest'ottica un cimitero non trasmette più un messaggio di morte ma al contrario di vita, come un inno alle vite passate di tutti quelli che vi riposano.


vite che ho conosciuto tramite i racconti di nostra madre, altre che mi sono immaginata solo guardando la foto.


vite di parenti, di avi e di sconosciuti.


uno sguardo alle vecchie tombe senza nome (quelle sì un po' inquietanti) o alla bella statua di famiglia che le cugine di mia madre si litigano.


non abbiamo pregato, ma per me è come se lo avessimo fatto passeggiando, commentando e anche un po' ridendo.


non so, forse non tutte le buone madri porterebbero il proprio bambino a fare un  giretto notturno in un cimitero, ma penso che le conseguenze delle cose che si fanno dipendano sempre dallo spirito con cui le si fanno.
e di spirito in corpo, quando si va alla festa del parmigiano, ce n'è sempre in abbondanza.