mercoledì 30 giugno 2010

oggi ho paura del Buio.






a proposito, devo ricordrmi di andare in posta per pagare la bolletta scaduta dell'enel prima che mi riducano la fornitura, che poi mi tocca lavare i piatti a mano.

martedì 29 giugno 2010

Lo ammetto, a volte mi sento un po' il suo silenzioso HGW XX/7.


lunedì 28 giugno 2010



oggi sono tornata presso il mio habitat lavorativo disordinato.
c'ho postit ovunque.
i miei postit meritano un post, prima di essere esiliati dalla scrivania.
adoro i postit, non li butterei mai via.
quelli colorati li ho finiti e il mio capo non vuole comprarne altri perchè dice che da quando sono arrivata io butto via i soldi in minchiate di cancelleria. dice che abbiamo pennarelli colorati mai usati che ci escono dal buco del culo. testuali parole.


ma i postit non sono come i pennarelli, quelli non avanzano mai perchè io li uso più della cart'igienica (il che la dice lunga).
ora li ho solo gialli, costano meno.



rapida rassegna dei postit attualmente in vita:



"la mia è una chiamata perlustrativa"


appunto marcato quando ho sentito questa frase da una collega della stanza a fianco, mi è piaciuta e me la sono postittata. solo che non l'ho ancora usata.



"**** (mio cognome), sappi che siamo litigate"


postit scritto dalla mia collega e appeso sul monitor lo scorso anno



timbro dell'azienda


mi serve se devo dare la partita ivaal telefono



"scrivania della **** (mio congome): keep out"


appeso l'anno scorso quando per due mesi ho dovuto fare una trasferta lavorativa in un altro ufficio in centro e non volevo che qualcuno posasse il culo dalle mie parti


 


"FD 8 ore € 175 + iva cad"


questo credo risalga addiruttura al 2008 perchè è una tariffa vecchia


 


"massimo rebu***** viene"


non ricordo chi cazzo sia massimo rebu****, comunque sia beato lui


 


"aerius"


nome del farmaco antistaminico per il mio raffreddore da fieno. non l'ho ancora comprato, ma il postit è sempre lì a ricordarmi che dovrei farlo



"335 5735...."


numero di cellulare di qualche cristo, ho il brutto vizio di segnarmi i numeri e non scrivere di chi sono, praticamente un appunto inutile; di postit del genere ne ho una quindicina... non li butto via perchè non si sa mai, potrebbero venirmi utili, potrei scoprire di chi sono i numeri o potrei giocarmeli al superenalotto.



"ape"


è un'ape terribile ma tenerissima disegnata dal ragazzino qualche anno fa, la conservo ancora, la conserverò sempre.



"pino parrucchiere 010 ......"


va beh, questo è facile, è pino il parrucchiere.



"feedback: pollice verso"


mi sono segnata anche questo modo di dire, copiato da qualcuno; lo dico ogni volta che mi chiama qualche azienda per chiedermi se il preventivo che ho chiesto è stato confermato. mi piace da morire, è diretto, veloce e non lascia speranza di ritrattare all'interlocutore.


 



"ha chiamato l'azienda XYZ: non partecipa come sponsor"


i postit che mi informano di aziende che ci mandano a fare nel culo sono un classico. posso anche buttarlo, e domani ne avrei un altro uguale.



vari disegnini, occhi, fiori, cazzi e animaletti buffi



appesi un po' qua un po' là, arredano.



"pagato il 9/11/09"


non so cosa abbiamo pagato il 9/11/09 e non so perchè l'ho sengato su un postit.


men che meno so perchè il postit sia ancora sulla mia scrivania dopo più di sette mesi dal pagamento.


 


"4x2 con pavimento autozavorrante"


forse ero posseduta dal demonio quando l'ho scritto.


 


ora non riesco perchè devo uscire dall'ufficio ma domani faccio pulizia e butto via un po' di postit, è deciso.


però me lo segno su un postit.

domenica 27 giugno 2010

che colori inaspettati, che anima, che personalità, che riscatto prepotente e legittimo, che energia, che libido, che odori, che sapori, chebbirra, che passato, che dolore, che paura, che calderone culturale, che semafori,  che u-bahn e s-bahn, che volk, che luce alle 10 di sera, che look, che ricordi di come l'immaginavo, che meraviglia.
che nostalgia.
che voglia di tornarci ancora.
ma come facevo a non saperlo prima?


"Berlino potrà anche essere povera, ma è sexy" K. Wowereit, Sindaco di Berlino.



lunedì 21 giugno 2010






e così domani dovrebbe iniziare l'estate. forse.


e così domani si parte per una mini vacanza a berlino.


domani sarebbe stato anche il mio compleanno, se non fosse che l'ho spostato e chi conosce il mio profilo sa che adesso è il 13 dicembre.


L'ho spostato dal giorno più lungo dell'anno a quello più corto. dal solstizio d'estate a quello d'inverno (prima che arrivasse un certo gregorio a sminchiare le date), da san paolino a santa lucia.


il 13 dicembre è anche il compleanno del mio dolce 3/4 (si merita più della metà!) ed è bello festeggiarlo insieme.
altro vantaggio: mi sono ringiovanita di 6 mesi, il che non guasta mai.
infine: non condividere più il compleanno con una ex-collegadimerda che in passato mi ha mobbizzata per bene mi dà sollievo.
tutto sommato il cambio non mi dispiace.


una volta sono andata all'anagrafe del comune e ho chiesto il modulo per il cambio di data di nascita.
niente da fare, 
pare che ad oggi sia possibile solo cambiare nome o sesso.


comunque io ho posticipato la data del compleanno qualche anno fa, nel 2002 per l'esattezza.


il 22 giugno del 2001 compivo 29 anni, ero molto pregna ed è stata l'ultima volta che ho festeggiato quel giorno.


l'anno dopo mi sono svegliata alle 7.30 sapendo che era tempo di compierne 30; pochi minuti dopo è arrivata la telefonata che mi ha annunciato che mio padre mi ha fottuto il compleanno.


se l'è ciulato lui il 22 giugno, va ben?


avrei dovuto aspettarmelo da uno che era solito fare scherzi del cazzo.


ora che ci penso non è nemmeno stato l'ultimo scherzo che ha fatto ai suoi figli.


il giorno del suo funerale, ha fatto portare via dal carroattrezzi la macchina di mio fratello posteggiata male davanti all'obitorio.


sono certa che sia stato lui, penso che sentisse la necessità di udire una bestemmia, quel giorno faceva troppo caldo. anzi, probabilmente gli giravano i maroni di non poter lanciare di persona il suo tradizionale orcu-dighel (traduzione letterale dal milanese porco diglielo, vagamente onomatopeico, quando non voleva esagerare) per quello che il caldo aveva combinato sul suo corpo.


insomma, quel giorno ci ha pensato mio fratello a santificare la festa con un'interpretazione un po' meno edulcorata dell'orcudighel, che mentre inseguiva il carrattrezzi in lacrime ha rivelato al mondo la sua mistica illuminazione gridando: "ho scoperto che dio esiste, è un grande porco, ma esiste!".
qualcuno si è complimentato per l'originalità della bestemmia, tuttavia 
è stato un filo imbarazzante per l'intera famiglia, considerando che l'obitorio era pieno di gente che recitava il rosario per li mortacci loro e il terzogenito del mortaccio nostro continuava a tirar giù i santi ad uno ad uno in ordine di apparizione sul calendario.


tempo dopo però ho avuto modo di pensarci bene... ho pensato che mio padre forse voleva che noi ci ricordassimo anche del suo funerale, così come dei suoi errori, con una risata.
amara, ma pur sempre una risata. e così è stato: noi si ride di gusto.


alcuni fatti legati alla sua morte e al suo funerale sono talmente tragicomici che il 22 giugno merita di essere ricordato per questo benedetto uomo dall'orcudighel facile, e non perchè la sua quartogenita ha piantato il culo su questo mondo.
nel tempo, ho trasformato tutta la rabbia che avevo in dolcezza. persino l'immagine di me a 6 anni la domencia mattina in un bar di sturla, stravaccata sul jukebox che suona wuthering heights e ignara del fatto che lui nel privee si stesse giocando a poker la casa di nostra madre, è diventata dolcezza.



ma la dolcezza più grande è una poesia che lui ha regalato a me e solo a me - forse proprio perchè era il mio compleanno - poche ore prima di morire, mentre gli porgevo un bicchiere d'acqua e gli chiedevo come si sentisse.
ma come cacchio si deve sentire un uomo che sta per morire?


eppure la risposta è stata inaspettata, fatta di parole semplici, detta con un filo di voce e un sorriso, tagliente e carezzevole allo stesso tempo.


Un regalo per il mio compleanno.


Sono solo un po' emozionato.



ecco.


essere solo un po' emozionati.


provare non paura, non rabbia. forse neanche dolore,  ma solo un po' di emozione.


orcudighel!


non male, prima di passare di là,


non male, per un uomo che ha sempre dichiarato di non credere in un "di là".


non male, per il mio papà.



dai pà, ora sali in groppa, che domani è il 22 giugno e ti porto a berlino, insieme alla mia cistite,


"e gireremo nella metro senza meta, a guardare da dietro un paio di occhiali scuri i visi di quelli di mezza età che hanno vissuto l'est".

domenica 20 giugno 2010

e certo, perchè proprio adesso che devo andare nella terra dei wurstel e delle birre, mi deve venire una cistite e io dovrei mangiare in bianco!

giovedì 17 giugno 2010

niente da fare, stamattina al mio telefono gli è presa così e si è messo a ruttare manco fosse in competizione con jodie parks allo show dei record.
la cosa non solo non mi preoccupa ma capita giusto a fagiuolo, al pari di una carta degli imprevvisti al monopoli che ti ordina di andare fino a largo colombo  e passando dal via ritiri 500 mila lire: proprio oggi avrei dovuto iniziare un lavoretto telefonico non lontano dal genere 144 che, grazie al roito, mi risparmio molto volentieri.
in conclusione, nell'attesa che arrivi fabrizio il tecnico della centralina telefonica, potrò dedicarmi all'esercizio dell'amato ultracazzeggio e considerando le tempistiche di intervento del fabrizio di cui sopra, ci sono buone probabilità che tale esercizio venga prolungato fino a domani pomeriggio.
...
  ......

che soddisfazione scrivere 'sti inutili post.




martedì 15 giugno 2010


la scuola è finita e la creatura in questi giorni è con la nonna materna, invalidata da circa tre settimane per colpa di una brutta ginocchite (e ancora non si conosce la diagnosi).


mi è arrivato un sms da lei in cui mi informa che in questo preciso istante il ragazzino sta lavando i piatti per non far stare in piedi la nonna.


ecco, saranno cazzate e io sarò la solita patetica che piange alle recite scolastiche, ma io mi sto lentamente gonfiando come un rospo in calore pensando all'orgoglio e alla tenerezza che provo per lui, che si sente grande e ha chiesto anche di mettersi il vestitino* per essere più professional.


 


* grembiule

sabato 12 giugno 2010






stasera accennerò appena alla storia di un mio omonimo, lasedia, e poi non ci tornerò mai più.
mi sembra il minimo, visto che casualmente il mio blog porta il suo nome.


dicono che se vai in quella stazione in un preciso giorno di maggio verso le ore 17 e stai molto attento puoi scorgerli ancora in mezzo al via vai della folla.


persino io, che ho il sesto senso femminile di una blatta, riesco ad immaginarmi il loro primo incontro ogni volta che transito per quella stazione.


dicono che lasedia avesse il corpo di un giovane albero, le spalle leggermente curve, la piccola cicatrice in prossimità del labbro superiore (che a lui sembrava così oscena ma non la era). dicono che tenesse la sua tipica posizione con la testa leggermente inclinata da una parte quando guardò incuriosito per la prima volta lattepiù.


lattepiù aveva un bel viso, di quelli che somigliano sempre a qualcuno, l'apparecchio fisso ai denti e il seno generoso ancora benedetto dalla linfa vitale della maternità avvenuta quasi due anni prima di quell'incontro. quando lui la conobbe, lei teneva il piccolo er'alice in braccio, appoggiato sul suo fianco.


dicono che rimase impressionato dalle belle mani di lattepiù e soprattutto delle dita così lunghe e affusolate.
glielo avrebbe detto tempo dopo.


anche lasedia aveva belle mani, ma non da pianista, da batterista.


er'alice teneva tra le sue dita piccole e paffute una gommosa alla frutta lepega e appiccicosa a forma di orsetto.
E' cosa certa che anni dopo il piccolo non si sarebbe ricordato di nulla, ma secondo molti, in quanto scrigno inconsapevole che conteneva una favola, nei suoi sogni avrebbe avuto a sprazzi il fermo immagine di quell'incontro.


l'uomo che va verso il patibolo ha paura ed è consapevole del suo destino, ma non immagina l'entità della sofferenza fisica che l'aspetta.


dicono che lasedia e lattepiù morirono lentamente sul loro patibolo semplicemente ascoltando una musica che narra la storia di un patto tra due fratelli, di un'estate troppo calda, di addii al sapore di crema chantilly, di bugie, di rose mai appassite gettate dal balcone, di scopate, di un tatuaggio, di numeri de li mortacci sua, di un bar libanese a berlino, di un maledetto nome in comune e di un animale che ha il cuore lontano dal cervello.


almeno, così dicono.


chiuso l'argomento.
buon week end a tutti.

venerdì 11 giugno 2010


_ oh, carissima, buonasera!
_ dottore buonasera. sono di nuovo qui per mia mamma
_ sì, mi dica...
_ le ho riportato la richiesta della risonanza magnetica per il suo ginocchio, dovrebbe aggiungere due righe di diagnosi. Sa, la scritta "urgente" non è sufficiente per farsi dare la procedura d'urgenza, è necessario giustificarla con una diagnosi.
_ ah sì???? uh... va bene.... ma... COSA CI POSSIAMO SCRIVERE?
_ ....
...

....

non saprei dottore, chi cazzo ha preso la laurea in medicina e chirurgia e porta a casa un reddito che suppongo si aggiri intorno 140 mila euro all'anno per scrivere fottute ricette incomplete, LEI O IO ?


Questo avrei voluto rispondere.



 

mercoledì 9 giugno 2010


mi sono appena data lo smalto in ufficio nascondendomi dietro al monitor.


peccato che nell'arco di un nanosecondo l'aria si sia impestata dell'odore acre dello smalto.


tutti stanno facendo finta di niente.


come quando c'è tanta gente in un ascensore e qualcuno molla una scoreggia.


tutti fanno gli ndifferenti, non c'è nessuno che si mette ad urlare "oh, chi è che ha scoreggiato?"... nossignore, iniziano a muoversi nervosamente, a guardarsi i piedi e poi le luicine che si accendono ad ogni piano, qualcuno tossisce e appena si spalancano le porte tutti fuori a respirare a pieni polmoni.
chi cazzo è il colpevole nessuno lo saprà mai.


la stessa cosa qui: tutti si stanno chiedendo chi ha osato darsi lo smalto alle 10.12 del mattino presso la propria scrivania.


tengo la testa bassa. secondo me dalla faccia che faccio si vede lontano un chilometro che sono stata io.


ma non c'ho voglia di fare outing.


scrivo aspettando che si asciughi, poi posto e poi devo darmi l'altra mano.


quasi quasi oggi pulisco la tastiera che ha le briciole e la polvere fra le lettere.


il mio ex capo anni fa ci fornì di pennello e voleva che tutte le settimane spennellassimo la tastiera. mi urtava da matti quando aveva 'ste manie.


però quanto bene ho voluto a quell'uomo. dico sul serio.


poco tempo fa mi ha chiesto di tornare a lavorare per lui, ho sofferto molto prima di prendere la decisione di non tornarci.


mi chiedo se ho fatto bene.


mi chiedo se non sono stata un'idiota a dirgli di stare comodo e non propormi nemmeno un aumento di stipendio, per non patire lo stress di dovermene andare da qui.


sono proprio figlia di mio padre, sorella di mio fratello e nipote di mio nonno, e ho detto tutto.


perchè l'ho fatto non lo so, forse perchè non è il momento giusto di fare cambiamenti, forse perchè qui davanti al mio uffucio trovo sempre parcheggio, forse perchè il capo mi fa ridere, o forse perchè con la mia collega condivido il metabolismo. lei oggi non c'è. a lei l'avrei detto che mi sono data lo smalto.


e lei mi avrebbe detto "pssssst.... passalo anche a me quando hai finito".


mio dio, forse non si capisce ma oggi ho proprio un umore del cazzo.


ho finito, si è ascugato.


ora mi butto sotto al monitor e mi dò la seconda mano, credo di riuscire a farla franca anche questa volta.


 


ah, dimenticavo, lo confesso solo qui che non mi conosce nessuno: stamattina ho scoreggiato in ascensore.

lunedì 7 giugno 2010


Ieri ho portato il ragazzino alla mostra organizzata dalla sua scuola elementare, intitolata I cent'anni di (nome della scuola), munita di macchina fotografica.


io che tollero a malapena una mostra di fumetti, devo dire di averla trovata interessante: materiale iconografico e fotografico, cartelloni fatti dai bambini che narrano il passaggio dei loro predecessori in quegli stessi saloni affrescati, solita esposizione di penne e calamai, pagelle dell'epoca del fascio (tra cui quelle di mio padre!), registri scolastici, quaderni, libri didattici and so on.


Cazzeggiando per l'esposizione, attira la mia attenzione un libretto, di cui posterò la foto quando avrò tempo di scaricarla dalla macchina(*).


 


(*) leggi: non sono capace neanche di scaricare una merda di foto, la posterò quando la scaricherà il mio signore&padrone.


 


Il titolo è: Il Libro della Terza Classe Elementare


Edizioni: La Libreria dello Stato - Roma A. X


Dentro, un'iscrizione a mano: il nome del "giovane" proprietario del libro e l'anno scolastico 1932/1933.


 


mecojoni, chissà quali insoliti contenuti nel libro antenato di Tutti in bici 3 volume linguaggi storia, geografia, tecnologia e informatica !


Lo sfoglio e mi imbatto in un curioso raccontino stile libro cuore, che fotogrago furtivamente per non farmi beccare così interessata alla sezione "Piccoli fascisti crescono".


L'antefatto non riesco a farlo entrare nell'inquadratura della macchinetta, pazienza, posto la novella da dove parte la fotografia (PS. da tenere sempre a mente che tale racconto è destinato a bambini di 8 anni):


 


(...)


- chi gliel'aveva tagliata? - domandò Cherubino


- i comunisti


- io ho sentito parlare dei comunisti ma non so cosa siano - disse Cherubino


Sergio e Anselmuccio si misero a ridere per l'ingenuità del loro compagno.


- i comunisti - spiegò il Signor Goffredo (credo fosse l'emilio fede dell'epoca, n.d.blogger) - sono persone che non rispettano l'ordine, e l'ordine è il benessere non soltanto dell'individuo, ma anche della società umana; e soprattutto non comprendono i diritti altrui conquistati con il sacrificio.


- Non capisco - disse Cherubino (niente da fare, chist'e proprio scemo, ndb)


- Fa conto: tu copi il problema di aritmetica che ha svolto Sergio con fatica. Il maestro ti chiama e con faccia tosta dici d'averlo fatto tu.


Fai una bella figura con la fatica di Sergio. Ecco che sei un po' comunista.


 


non posso dire di essermi ribaltata in quel momento, perchè sarebbe un'ignobile balla, ma, giuro, posso dire di averlo fatto a scoppio ritardato all'uscita dalla mostra inciampando sui pantaloni larghi nel bel mezzo di un attraversamento pedonale - "mamma, che figura di merda" è stato l'unico commento dell'infame mentre mi trascinavo a carponi alla fine dell'attraversamento.


 


comunque, diciamoci la verità. c'è poco da ribaltarsi e c'è anche poco da ridere. anche a distanza di 80 anni, quando pensiamo che di strada ne abbiamo fatta e tanta, basta guardarci intorno per accorgerci che la madre dei signori Goffredo è sempre pregna...


 


alla prossima puntata con un altro avvincente documento fotografato alla mostra.

</a>" />

PS del giorno dopo: questa sopra sarebbe la foto promessa, ci ho smanettato tutto il pomeriggio per postarla.
e lo so ci vuole un po' di fantasia per vedere la copertina del libro in una ics (X) rossa, ma purtroppo di meglio non sono riuscita a fare... c'aggia fà.
But it gets hard. No one to catch my fall.



sabato 5 giugno 2010

location: macchina

personaggi:
la mamma che guida
la nonna che non tace mai
il pargolo che è assetato di sapere
____________________________________

pargolo:  mamma, che cosa è il pene?

nonna: e beh, è il CAZZO!

mamma:

venerdì 4 giugno 2010


1960, vita, tiramisu, pazienza, milonga, passione, suscettibilità, profumo di donna, lacrime, strega, mamma, senso di colpa, sorriso, insulina, piedi, bellezza, autobus, aracnofobia, fianchi, gallina, coraggio, libri, rosso, tacco alto, aiuto, tragedia, sole, ironia, dio, dolore, urlo, sesso, danza, istinto, figlia, canzone stonata, stronza, torta di natale, intimità, parto, isterismo, teatro, bagnetto, zia, fiore tra i capelli, sospiro, malattia, ferocia, gentilezza, comunione.


buon compleanno ia, sorella mia.


 







giovedì 3 giugno 2010

oggi ho un umore da lunedì anche se è giovedì.
sarà che ieri sembrava domenica anche se era mercoledì.
o sarà che stamattina, dopo lo svuotamento, ho bevuto un bicchiere di latte sapendo che non avrei dovuto farlo.
o sarà che ho visto un video che mi ha fatto riflettere... no quello non può essere perchè a me fa riflettere anche sex and the city, ciò significa che le mie riflessioni non sono così profonde da farsi titillare da altrettanto profondi concetti.
comunque sia quel che sia, l'odierno metabolismo mi permette più che mai di godere nel rimandare a domani ciò che avrei dovuto fare l'altro ieri.

a proposito di bicchiere di latte, l'atro giorno il quasi novenne deve aver raccontato al suo amico che sua madre si caga addosso ogni volta che beve del latte, perchè all'uscita della scuola tra risolini e ammiccamenti si è udita con chiarezza la seguente richiesta commissionata "dicci a tua mamma di farsi un bicchiere di latte, eddai diccelo che voglio vedere".
bei tempi quando bastava parlare di cacca per farsi delle grasse risate.
scrivi qualcosa da farmi leggere stasera prima di addormentarmi.


mercoledì 2 giugno 2010

Non ci sono parole. Riguarda la morte







« And I am not frightened of dying. Any time will do; I don't mind.
Why should I be frightened of dying? There's no reason for i t - you've gotta go sometime.
 »




03:33 Non ho mai detto di aver paura di morire - se riesci a sentire questo sussurro stai per morire

Lui mi ha detto: sono solo un po' emozionato.

martedì 1 giugno 2010


ho appena terminato una simpatica riunione con il capo.
in questo momento ho nelle mutande un paio di eliche di elicottero che girano vorticosamente.
è che mi impetto, fanculo a me.