lunedì 25 luglio 2011

Pago tutto, ma a rate


a me basta che dicano prendilo adesso che poi lo paghi tra 6 mesi che già lo volgio.


la mia vita è tutta una comoda rata, tipo


la casa


la macchina famigliare


la macchinetta per andare a lavorare più comoda che con la macchina famigliare


il divano (comodo)


la reflex


il frigo doppio da americani ciccioni e comodi


le multe arrivate tutte in un botto (perchè mai pagate prima) per aver comodamente posteggiato in ztl nel quinquennio 2004/2008


il parquet


il conguaglio dell'enel nel biennio 2005/2007 per aver comodamente sforato dalle previsioni dei consumi


l'iphone


l'inps+mora per il triennio 2005/2008 in cui ho comodamente (e penosamente) lavorato in proprio


la capsula di un premolare e l'apparecchio ai denti


15 chili di parmigiano reggiano che mi ha preso mia madre la scorsa settimana alla festa del pamigiano reggiano (la mia mamma, però, mi fa rate con tan 0 taeg 0, comodissimo).


che poi le rate prima o poi arrivano e te le devi pagare tutte. ma intanto godo al pensiero che pagherò dopo, un giorno, perché un proverbio mi ha detto che c'è sempre tempo come a morire.
ora sono assolutamente certa di non aver comprato proprio un cazzo circa sei mesi fa, eppure in questo periodo mi sento come se stessero 
per piombarmi addosso tante di quelle rate che pagherò per il resto dei miei giorni.


mah.


io comunque sto qui e aspetto comoda.


al limite mi segnaleranno al crif.

lunedì 11 luglio 2011

Recensioni

passare una splendida domenica di sole come quella di ieri a guardare tre film anzichè andare in spiaggia è il massimo dell'anticonformismo che riesco a concedermi.
per il resto mi conformo sempre a tutto.
ho cose da fare in questi giorni di pre-ferie, troppe.
per questo ho deciso di non andare al mare.
ora che ci penso, quest'anno non ci sono ancora mai andata.
ieri sera mi sono buttata sul letto stanca morta come se avessi fatto tutte le cose che poi non ho fatto perchè ho guardato tre film.
ma la scandalosa risposta a tutto quel cazzeggiamento domenicale è stata quella di decidere di mettere in cantiere il quarto film della giornata.
dunque, vediamo. ce n'è uno.
un lui e una lei, lui sposato, lei convive. si conoscono.
prendo la limetta e inizio a smussare unghie con un tale impegno da farmi corrugare la fronte.
adoro far volare ovunque la polverina bianca che si produce come fosse farina.
il marito l'adora un po' meno, specie quando eseguo questo lavoro sul letto.
insomma, 'sti due.
inspiegabile e assurda attrazione, ma l'unico posto dove possono scopare è un motel.
tiro fuori la lingua e la punto in alto a sinsitra come i personaggi di quino quando fanno qualcosa di molto impegnativo.
limo con maggiore foga. volgio l'unghia bella piatta, perfetta.
ho un canyon sulla fronte.
dicevo, il motel. 50 euro è il prezzo della camera per qualche ora insieme.
cazzo, devo rifarmi lo smalto. limando l'ho scheggiato.
prima regola di una buona manicure: prima si toglie lo smalto e poi si lima.
mai il contrario.
ma che scherziamo? queste cose dovrei saperle, son mica una dilettante io.
occhiata furtiva al plasma.
così fa male, non ce la posso fare.
no, non ce la posso proprio fare a vedere lo smalto scheggiato.
mi disturba la digestione dei gamberoni.
cancello tutto con l'acetone e vado in bagno a prendere lo smalto rosa, prima che lei e lui inizino a scopare.
quando torno sbattendo con vigore lo smalto per amalgamarlo, il lui bagna la roba della piscina prima di tornare a casa, perchè in effetti in piscina mica ci è andato.
cambio canale prima che sia amore e finisco su un altro film.
c'è una giovanissima figlia di goldie hawn, brava e bella come la mamma, e c'è uno - strafatto come una pigna - che si butta in una piscina da un tetto.
vado con la prima mano di pittura mentre mi rendo conto che il film meriterebbe di essere anche solo ascoltato per la scelta di una sublime colonna sonora.
e infatti di quel film assaporo solo quella, non riesco più a seguirne la trama.
forse perchè quattro film in un giorno sono troppi per la mia capacità di concentrazione o forse perché  gli effluvi dello smalto hanno la cattiva abitudine di farmi fare dei trip.
sto pensando, mentre pitto e ascolto, che sono due anni e mezzo che ho il blog.
decisamente troppo, come quattro film in un giorno.
questo blog rischia di diventare una delle cose che durano di più nella mia vita (al netto dei parenti, ovviamente) e lo trovo inquietante.
ma come fanno quelli che nell'archivio del blog hanno una riga di anni in fila?
come fanno a non aver paura di tanta costanza?
tutto ciò che dura nel tempo genera un po' di ansia.
ciò che non dura un cazzo di solito è innocuo.
mah, io non so come andrà a finire.
il blog, intendo.
e non so nemmeno come sia andato a finire quel film.
quello con la bella colonna sonora, intendo.

domenica 3 luglio 2011

Ghost Post


[youtube http://www.youtube.com/watch?v=azCon4I7fWA]




l'amaca, il cuscino, il tavolo, quattro sedie, l'ombrellone chiuso, il rumore dell'aereo che passa, qualche fiore, la cicala e la formica, la biancheria da stendere, l'abatjour di perline ambrate, due cesti di vimini, una vecchia padella per caldarroste, le patate in fiore, i sandali in terra, l'encefalo piatto, una mazza da scrivere su 'sto blog.
è tutto quello che mi appartiene adesso.
mi alzo e me ne lavo le mani (per tutto il tempo di una canzone, mentre rido come una bambina).