venerdì 30 luglio 2010


lo so, non è questa la vera paura della morte quando qualcuno sta male.


se quel qualcuno è solo il tuo gatto è una cosa che deve rimanere all'interno delle tue 4 mura, non puoi mica parlarne fuori come se fosse un parente, no.


potresti far male, potresti urtare.


ma è successo tutto così all'improvviso, io non me l'aspettavo. ieri è andato in coma diabetico, così, senza avvisare.


tutto il giorno in osservazione dal veterinario, analisi del sangue, flebo, insulina, cibo sparato in gola con una siringa per non andare in ipo.



stanotte a pulir piscio dentro l'armadio del ragazzino dove lui (il gatto) ha cercato di rifugiarsi dalla sofferenza.


oggi di nuovo day hospital e vediamo se ne esce.

mia sorella gioca la sua carta e la butta sul ridere: "beh, che ti aspettavi, il diabete tanto è di famiglia".


è vero. diabete a risme da noi (lei come capobanda), ci mancava il gatto.


però mi fa tanto male vederlo così.


mi fa male pensare di prepare al peggio 'sto ragazzino che fin da piccolo diceva agli amichetti "vi presento mio fratello, che è un gatto..."


aldo, non mi freghi più brutto ciccione. se ne esci, col cazzo che ti dò due scatolette da 170 grammi al giorno + le crocchette.


ti bucherò il culo di insulina fino a farti diventare una pantera incazzata.


però tu stringi i dentini puzzolenti e vieni fuori da lì. rivoglio la mia cima con le gambe.

mercoledì 28 luglio 2010


ieri è capitato sotto i miei stanchi occhi un articolo apparso su una rivista medica scritto da una certa J.R.M., giornalista scientifica e mater ad honorem, che tratta l'argomento dell'eccesso di attenzioni della mamma verso il bambino {includendo, tra queste, l'allattamento prolungato [dove per "prolungato" intende dopo i 6 mesi di vita del bambino (persino il centralinsita dell'OMS solleverebbe il dito medio di fronte a tale affermazione)]}.


Non mi soffermo sul numero incalcolabile di minchiate prive di fondamenti scientifici o riferimenti alla bibliografia esistente che questa distinta e fashionissima signora è stata in grado di contemplare nel lungo articolo; tantomeno è mia intenzione smantellare una per una le suddette minchiate qui sul mio annoiato blog, sebbene le mie argomentazioni potrebbero avere basi scientifiche decisamente più solide delle sue (nonostante i miei studi di taglio e cucito alle vespertine, eh sal? ).


Accetto di riconoscere l'autorevole preparazione di una giornalista che è partita occupandosi di musica e dopo aver letto L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello si mise a scrivere di medicina, il punto è che mi sono rotta un filino i maroni di giornalisti o presunti tali che vogliono spacciare le loro rispettabilissime opinioni personali per vera informazione scientifica.


la cosa, a dirla tutta, mi ha sempre disturbata. ed è forse questo il motivo per cui ho allattato per più di due anni il ragazzino: perchè, come diagnosticherebbe la signora J.R.M., sono mentalmente disturbata.

Parafrasando la mia collega, notifico che oggi mi sento operativa come un controller della Eden Viaggi.

lunedì 26 luglio 2010


in verità non c'è nulla di così diverso dal solito, ma oggi in modo particolare c'ho NIENTE da scrivere quindi anche 'sta volta ho perso un'occasione per tenere controllata la mia incontinenza (fecal)scribacchina o per usarla a scopi più utili, come per esempio lavorare, visto che dovrei scrivere una costellazione di merdate da presentare al capo.


niente, volevo condividere questa cosa.

venerdì 23 luglio 2010

io solidaRizzo con la barbara. quando mi sono diplomata alle vespertine don mimmo mi ha offerto un posto di lavoro come perpetua, non potete neanche lontanamente immaginare che putiferio sia scoppiato in tutto il quartiere... "uhhhh la raccomandata, la raccomandata!!!"

mercoledì 21 luglio 2010


e lo so. batto sempre sullo stesso schifoso chiodo.
dopo la carta igienica, il contributo volontario per coprire le spese del materiale didattico e le bollette della luce, il preside di un liceo denunciato perchè non voleva consegnare la pagella ai genitori che non avevano versato il contributo VOLONTARIO, il tempo pieno tagliato o eventualmente a pagamento, da un piccolo comune della provincia di genova (quello del salame, per intenderci) è arrivata la simpatica notizia che quest'anno alle spese per i libri delle scuole elementari dovranno provvedere le famiglie degli alunni.


tra qualche anno è probabile che il ministero per l'istruzione pubblica ci concederà l'onore di insegnare direttamente ai nostri figli a leggere e a scrivere da casa, che così si risparmia ancora un po'.


fortuna che le divisioni a mio ragazzino gliele ha già insegnate la signora maestra.

...se avrò un'altro figlio sarò un po' nella merda.

martedì 20 luglio 2010

voglio l'iphone, signore e signori, non ne posso più di 'sta vacca di motorola brutto come un braccio nel culo, voglio l'iphone e voglio il contratto top400 a 29 euri al mese con l'iphone incluso aggratis e 25 sms alla settimana, ma non c'è un centro qui a genova che lo abbia disponibile???

venerdì 16 luglio 2010


oggi nell'ora di pausa sono stata da pino il parrucchiere e questa volta sono rimasta molto soddisfatta, sì.


prima la tinta per togliere l'effetto puzzola (mezzo centimetro di bianco attaccato alla cute, ho il culo di avere i capelli bianchi dall'età di 16 anni), poi un paio di colpetti di sole che d'estate ci stanno bene e infine aggiustamento del taglio.


poi mi ha ascugato i capelli a testa in giù; è stata un'idea geniale perchè avendo i capelli ricci, quando l'ho ritirata su con un colpo convinto alla carrà, sembravo kuntakinte ad un festino hippie degli anni settanta. fantastico.


allora per rimediare me li ha tirati "morbidamente" su con un centinaio di forcine e adesso sembro la cugina povera di elisa di rivombrosa. ancora più fantastico. c'è più acciaio sulla mia miserabile testa che alla dalmine spa.
il tutto per 75 euri. mecojoni. però le forcine non sono a rendere.


va beh, vado che devo prendere un caffè con il Conte Fabrizio Federico Giovanni Clemente Ristori di Rivombrosa.

giovedì 15 luglio 2010


nell'agosto del 2003 la terra e marte orbitavano attorno al sole l'una accanto all'altro a (soli) 56 milioni di km di distanza. Il fenomeno dell'allineamento dei due pianeti si chiama opposizione perchè il pianeta appare dalla parte opposta a quella del sole e si ripete circa ogni due anni. il 2003, però, è stato un anno speciale perché questa volta i due pianeti si sono avvicinati come non mai negli ultimi 60.000 anni. si dice che lasedia e lattepiù videro insieme il pianeta rosso vicino e luminoso come mai lo avevano visto, ma in quel periodo avevano altri pensieri e della grande opposizione di marte non gliene poteva fottere di meno. certo, non potevano ancora sapere che tutto l'intero sistema solare, in realtà, gli stava entrando diritto nel culo.


per quanto riguarda me, invece, se nel 2003 avessi avuto il telescopio che babbo natale ha portato lo scorso natale al mio ragazzino, mi sarei goduta uno spettacolo niente male. peccato. credo che dovremo aspettare altri 60.000 anni per vedere un'altra grande opposizione di marte ma almeno è certo che sarò provvista di telescopio.

mercoledì 14 luglio 2010


prendi le cozze, puliscile, buttale in una pentolona, fagli dare la prima acqua.


butta via la prima acqua.


metti nel pentolone olio prezzemolo e aglio e fai soffriggere poco poco il tutto; ributta dentro le cozze.


ammazzale di pepe.


spruzza limone e vin gianco.


girale con un cucchiaione, si devono aprire tutte. ma tutte, eh?


cospargi ancora di prezzemolo fresco e magri ancora qualche grat grat di pepe.


finito.


 


facile vero?


d'altronde si sa: le cozze hanno poche pretese.

martedì 13 luglio 2010

se posso esprimere un giudizio:
'a prima che hai detto!
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ciao, oggi vado a prendere un po' di fresco a milano.





lunedì 12 luglio 2010


ho passato questo week end nel paese natio di mia madre.


è un appuntamento fisso al quale io, mio fratello maggiore e i nostri rispettivi consorti non possiamo permetterci di mancare per non urtare il metabolismo della genitrice (i due figli di mezzo non sono soggetti a questo obbligo).


la mia non è una lamentela, solo una constatazione, anche perchè il soggiorno si rivela sempre molto piacevole per la pancia e per lo spirito.


ovviamente, trattandosi del solito paese sconosciuto, poco lontano dalla più celebre salsomaggiore terme, non vanta alcun tipo di attrattiva se non durante gli unici due giorni all'anno (quelli, appunto, in cui il paese ci vede ospiti) durante i quali si festeggia la festa del parmigiano reggiano di montagna.


non mi dilungherò sul fatto che per colpa di questo allegro festino mi sputtano ogni anno la quattordicesima acquistando almeno 10/15 chili di parmigiano 36 mesi di stagionatura in pezzi da chilo messi sottovuoto, tocchi interi di culatello che non appena mette il culo(tello) a genova si rovina per colpa dell'aria di mare, un paio di coppe, forniture varie di strolghini e coglioni di cinghiale, tre o quattro sacchi da 5 chili di farina di tipo 1 macinata a pietra, porcini secchi e altre prelibatezze leggere non proprio tipicamente emiliane prese dal banchetto del bolognese con origini siculo-calabro-teatino-campano-friulo-tedesche (vasetti di 'nduja, peperoncini piccanti, agli sott'olio, cipollazze di tropea, capperi siciliani geneticamente modificati, marmellata di cipolle e aceto balsamico, sardella e giù di lì).


toh, mi son presa anche un top fucsia dal banco del cinese. l'ho provato nel camioncino del cinese e avevo deciso di non comprarlo ma mentre lo sfilavo è saltato il filo con le perline che hanno iniziato a rotolare dentro e fuori dal camioncino; francamente non me la sono sentita di dirgli che poteva tenerselo.


tappa d'obbligo durante le scorribande per l'unica via del paese è il cimitero. ho scoperto di amare molto i cimiteri da quando vado al paese del parmigiano.


non è per provare il gusto del macabro o per consumarmi di rosari in "onore" di tutti gli ospiti.


i cimiteri mi garbano e basta.


mi danno un senso di pace, di incontro con qualcosa.


quest'anno la visita al piccolo cimitero sarebbe dovuta saltare per colpa del caldo e dell'apertivo troppo lungo che ha portato via il tempo.


ma caso vuole che sabato sera alle 23, un po' alticci dopo il terzo bicchierino di bargnolino digestivo ghiacciato, fossimo in attesa di vedere la tappa del rally di cremona che a mezzanotte e mezza sarebbe partita proprio davanti al cimitero pellegrinese. in un paesino come quello i cimiteri non chiudono mai.


quella visita notturna mi ha emozionata e spero vivamente di non risultare sinistra con questa affermazione (che poi è sempre meglio che risultare destra...).


centinaia di lumini accesi (più o meno uno per ospite) gli donavano un aspetto per nulla funebre ma famigliare, intimo, terribilmente romantico. infinito.


ecco, come un concerto in paradiso con tanto di accendini accesi, mancava solo l'odore della mariuana e il gioco era fatto. è strano, ma sotto quest'ottica un cimitero non trasmette più un messaggio di morte ma al contrario di vita, come un inno alle vite passate di tutti quelli che vi riposano.


vite che ho conosciuto tramite i racconti di nostra madre, altre che mi sono immaginata solo guardando la foto.


vite di parenti, di avi e di sconosciuti.


uno sguardo alle vecchie tombe senza nome (quelle sì un po' inquietanti) o alla bella statua di famiglia che le cugine di mia madre si litigano.


non abbiamo pregato, ma per me è come se lo avessimo fatto passeggiando, commentando e anche un po' ridendo.


non so, forse non tutte le buone madri porterebbero il proprio bambino a fare un  giretto notturno in un cimitero, ma penso che le conseguenze delle cose che si fanno dipendano sempre dallo spirito con cui le si fanno.
e di spirito in corpo, quando si va alla festa del parmigiano, ce n'è sempre in abbondanza.

venerdì 9 luglio 2010


Un "coso" instabile pieno di menate illogiche e contraddittorie che lui (il coso) chiama emozioni e sensazioni può essere la nuova definizione pubblicata anche su wikipedia alla voce generica di donna?

giovedì 8 luglio 2010


Il video sotto non è stato postato da me.


venus in furs dei velvet underground è perversa, indigesta e bellissima.


trovo anche un po' perverso e indigesto (bellissimo non lo so) colui (o colei) che si è ingegnato per scardinare la serratura del mio blog (effettivamente un po' troppo facile da scardinare, forse non era necessario tanto genio) per postare il brano.
ascoltarlo senza sapere come sia entrato e chi l'abbia fatto entrare mi ha raggelato il sangue nelle vene.


è vero che lasedia invita ad accomodarsi e magari offre anche la birra, ma resta la regola che per entrare si dovrebbe bussare alla porta.


comunque ringrazio lo sconosciuto visitatore (o visitatrice), almeno mi ha lasciato il blog in ordine e un pezzo che è un angosciante e ipnotico capolavoro del rock americano.


ora scusatemi, devo fare un salto dal fabbro.

mercoledì 7 luglio 2010


in via g.t. tira aria di cambiamenti, di ingrandimenti, di spostamenti, di accorpamenti.
di arrivi indesiderati.
peggio delle mestruazioni in ferie.
peggio della tatangelo a x-factor.
fastidio.

martedì 6 luglio 2010


toh, quando si dice "mi mangio una merda"...


io non me la sono mai mangiata ma stanotte ho sognato di farlo.


tra tutti i sogni più assurdi, questo non mi era mai capitato.


ovviamente non ricordo il contesto, ricordo solo il gusto terribile in bocca.


non so se dipenda dal fatto che ieri sera mi sono addormentata senza lavarmi i denti e avevo giust'appunto un gusto di merda in bocca.


fatto sta che nel sogno ho iniziato a sputare per mandare via il gustaccio, questo lo ricordo molto bene.


sputa e risputa nel sogno, a un certo punto mi sveglia dolcemente il mio pazientissimo principe azzurro dicendo "miosotis, tesoro, hai finito di lanciare scracchi sul cuscino? sai, mi fai un po' schifo...."


se i sogni son desideri, sarebbe da capire quale desiderio si cela dietro al sogno di stanotte.
comunque alla fine sono andata a lavarmi i denti alle tre di notte. meglio tardi che mai.

 

lunedì 5 luglio 2010


quando faccio girare le balle a mia mamma mi sento inevitabilmente in colpa.


però, quando è lei a farle girare a me, mi sento profondamente in colpa.


stamattina lei mi ha fatto girare le balle e io adesso mi sento irrimediabilmente in colpa.



devo ancora capire come diavolo faccia la mamma ad applicare questo complicatissimo teorema matematico secondo il quale, cambiando la pertinenza delle balle girate, il risultato non cambia:
quella a sentirsi 'na grandissima stronza resto sempre io.

venerdì 2 luglio 2010





sono passati un bel po' di anni da quel pomeriggio in cui Lasedia andò in piscina - lui non aveva il mare, poraccio - per passare qualche ora di tranquillità (!).
si tuffò in acqua, diede due bracciate e poi con un colpo di reni si girò indietro trovandosi a pancia in su, fece galleggiare gambe e braccia sul filo dell'acqua, lasciò che questa entrasse nelle orecchie e fanculo agli schiamazzi di quei marmocchi molesti.
in un attimo fu sordo in un mondo pieno di luce ma completamente ovattato. Gli venne naturale pronunciare il nome di Lattepiù ad alta voce, ma non sufficientemente forte da farsi sentire dalla gente.
"..."
non aveva mai fatto caso a come si percepisse nel corpo l'emissione di un suono quando le orecchie sono otturate. Lo sentiva solo dentro di lui, come se provenisse dal cervello e facesse il giro di tutto il corpo ma senza mai venire fuori.
"..."   "..."
"...".

Rimase un tempo indefinito in quella posizione a sussurrare al suo corpo il nome di lei, a farlo rimbombare dentro come se ogni organo avesse un paio di orecchie per sentirlo.
pareva un cretino, lo sapeva bene, ma poco importava.
Lo disse tante volte, e ancora e ancora, abbandonato sul letto di acqua, lontano anni luce da quel merda di casino.
Lasedia ebbe la certezza che quello fosse un contatto con lei quasi fisico. Ebbe la sensazione di incontrarla a metà strada su quel cielo, come se lei stesse facendo qualcosa di molto simile nello stesso momento a chilometri di distanza, nel mondo sordo tutto loro, grigio come il paradiso, dove l'unica parola domestica che avesse un significato era quel nome in comune di tre lettere "..." che entrambi usavano per chiamarsi.