lunedì 12 luglio 2010


ho passato questo week end nel paese natio di mia madre.


è un appuntamento fisso al quale io, mio fratello maggiore e i nostri rispettivi consorti non possiamo permetterci di mancare per non urtare il metabolismo della genitrice (i due figli di mezzo non sono soggetti a questo obbligo).


la mia non è una lamentela, solo una constatazione, anche perchè il soggiorno si rivela sempre molto piacevole per la pancia e per lo spirito.


ovviamente, trattandosi del solito paese sconosciuto, poco lontano dalla più celebre salsomaggiore terme, non vanta alcun tipo di attrattiva se non durante gli unici due giorni all'anno (quelli, appunto, in cui il paese ci vede ospiti) durante i quali si festeggia la festa del parmigiano reggiano di montagna.


non mi dilungherò sul fatto che per colpa di questo allegro festino mi sputtano ogni anno la quattordicesima acquistando almeno 10/15 chili di parmigiano 36 mesi di stagionatura in pezzi da chilo messi sottovuoto, tocchi interi di culatello che non appena mette il culo(tello) a genova si rovina per colpa dell'aria di mare, un paio di coppe, forniture varie di strolghini e coglioni di cinghiale, tre o quattro sacchi da 5 chili di farina di tipo 1 macinata a pietra, porcini secchi e altre prelibatezze leggere non proprio tipicamente emiliane prese dal banchetto del bolognese con origini siculo-calabro-teatino-campano-friulo-tedesche (vasetti di 'nduja, peperoncini piccanti, agli sott'olio, cipollazze di tropea, capperi siciliani geneticamente modificati, marmellata di cipolle e aceto balsamico, sardella e giù di lì).


toh, mi son presa anche un top fucsia dal banco del cinese. l'ho provato nel camioncino del cinese e avevo deciso di non comprarlo ma mentre lo sfilavo è saltato il filo con le perline che hanno iniziato a rotolare dentro e fuori dal camioncino; francamente non me la sono sentita di dirgli che poteva tenerselo.


tappa d'obbligo durante le scorribande per l'unica via del paese è il cimitero. ho scoperto di amare molto i cimiteri da quando vado al paese del parmigiano.


non è per provare il gusto del macabro o per consumarmi di rosari in "onore" di tutti gli ospiti.


i cimiteri mi garbano e basta.


mi danno un senso di pace, di incontro con qualcosa.


quest'anno la visita al piccolo cimitero sarebbe dovuta saltare per colpa del caldo e dell'apertivo troppo lungo che ha portato via il tempo.


ma caso vuole che sabato sera alle 23, un po' alticci dopo il terzo bicchierino di bargnolino digestivo ghiacciato, fossimo in attesa di vedere la tappa del rally di cremona che a mezzanotte e mezza sarebbe partita proprio davanti al cimitero pellegrinese. in un paesino come quello i cimiteri non chiudono mai.


quella visita notturna mi ha emozionata e spero vivamente di non risultare sinistra con questa affermazione (che poi è sempre meglio che risultare destra...).


centinaia di lumini accesi (più o meno uno per ospite) gli donavano un aspetto per nulla funebre ma famigliare, intimo, terribilmente romantico. infinito.


ecco, come un concerto in paradiso con tanto di accendini accesi, mancava solo l'odore della mariuana e il gioco era fatto. è strano, ma sotto quest'ottica un cimitero non trasmette più un messaggio di morte ma al contrario di vita, come un inno alle vite passate di tutti quelli che vi riposano.


vite che ho conosciuto tramite i racconti di nostra madre, altre che mi sono immaginata solo guardando la foto.


vite di parenti, di avi e di sconosciuti.


uno sguardo alle vecchie tombe senza nome (quelle sì un po' inquietanti) o alla bella statua di famiglia che le cugine di mia madre si litigano.


non abbiamo pregato, ma per me è come se lo avessimo fatto passeggiando, commentando e anche un po' ridendo.


non so, forse non tutte le buone madri porterebbero il proprio bambino a fare un  giretto notturno in un cimitero, ma penso che le conseguenze delle cose che si fanno dipendano sempre dallo spirito con cui le si fanno.
e di spirito in corpo, quando si va alla festa del parmigiano, ce n'è sempre in abbondanza.

6 commenti:

  1. Eh eh... Io l'ho fatto ma in pieno giorno.Volevano tanto provare il brivido, passavano accanto ai cimiteri di montagna con aria si macabra curiosità, che alla fine ce li ho portati.Abbiamo annaffiato i fiori delle tombe e passeggiato tra una lapide e l'altra curiosando tra le foto, godendo sullo sfondo il panorama delle dolomiti, in un bellissimo pomerigggio d'agosto.Del cimitero non hanno più paura.Né curiosità, invero.Concordo in pieno con la tua visione.

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  2. 54 righe molto gradevoli, non c'è che dire;brava collè, davvero! :-)))(detto da uno che si fa 2 cugghiuni quanto nà casa se deve leggerne solo 4);belin, apprezzi più di me, che calabrese sono, certa gastronomia calabra  spero che la cipolla di tropea (ottima sulla pizza perché digeribile e non torni a casa ruttando mentre guidi) fosse l'originale certificata (ormai spacciano qualsiasi cipolla per tropeana)

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  3. @ mamminacara: non avevo dubbi che avresti concordato! @ collega: 54 righe??? che spreco di parole!e poi le cipolle sono originali, chetticcredi!

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  4. effettivamente i cimiteri (piccoli però....) hanno un hanno diversi aspetti affascinanti e addirittura piacevoli che difficilmente vengono evidenziati. molto bello... 

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  5. a me non consola andare a "trovare" mia madre al cimitero, ci ho provato una volta sola dopo il funerale, mi son fatta violenza e sono entrata. non mi ha dato serenità.forse con il passare degli anni...scusa lo sfogo :)f.

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  6. La notte del cimitero è splendida.

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